Omicidi a Lula, il sindaco: «Questa violenza rigetta il paese nel baratro»
Affollata seduta del consiglio comunale aperto convocato dopo il delitto Calia: «Non siamo alla ricerca di capri espiatori, ma tutta la comunità è sconvolta»
LULA. Una comunità colpita al cuore da un assassino venuto dal passato per rigettare nel passato più triste e drammatico un paese devastato da anni di lutti e dolore. Una comunità alla ricerca di un capro espiatorio sul quale scaricare la rabbia e la delusione per essere tornata in maniera tragica alla ribalta delle cronache. Ma la comunità di Lula è soprattutto travolta da un malessere latente che l’attanaglia ormai da troppo tempo. Quel malessere che aveva provocato una crisi istituzionale senza fine, che sembrava sopito e che invece due fucilate hanno fatto drammaticamente riaffiorare. Anche in maniera subdola visto che il malessere si annida dietro i troppi problemi di un paese ancora alla ricerca di stabilità e di quella pace sociale che tutti vorrebbero ma che è difficile da trovare, perché si perde in mille rivoli ogni volta che si affrontano apertamente i disagi e le difficoltà quotidiane ed esplode soltanto davanti a episodi di eccezionale gravità come l’ultimo delitto.
L’omicidio di Giovanni Calia ha scavato un solco profondo all’interno della comunità, quei pallettoni che hanno ucciso l’allevatore hanno colpito anche tutti i lulesi. E tutti continuano a cercare capri espiatori senza invece preoccuparsi di andare all’origine di quel malessere che un omicidio venuto dal passato ha fatto riacutizzare tra odio latente, silenzi carichi di veleno, gelosie e, soprattutto, mancanza di comunicazione e di rapporti interpersonali.
Era gremita l’aula consiliare del Comune per l’assemblea straordinaria aperta convocata dal sindaco Mario Calia. Soprattutto le donne di Lula hanno accolto l’invito, ma anche qualche uomo, molti anziani, mentre in sala non c’era neanche un giovane. Quei giovani di cui si è parlato nei vari interventi ma che hanno girato al largo dal luogo dell’incontro.
«Guardiamo al mondo giovanile – ha spiegato il sindaco Mario Calia, in apertura di seduta –. È necessario che i giovani imparino il rispetto, in maniera tale che non nasca più certa violenza. Non siamo qui alla ricerca di capri espiatori, ma ci interessa invece capire dove nasce la violenza che ha rigettato Lula nel baratro e come intervenire per arginarla – ha aggiunto il primo cittadino, lanciando anche velate accuse alla stampa –: sono stati amplificati i fatti mettendo in risalto il passato, insinuandosi nella vita privata dei lulesi e andando anche oltre al suo dovere di informare».
Parole durissime. Tensione e silenzio in aula mentre il sindaco leggeva il suo discorso.
A riportare la seduta sul tema della convocazione è stata la consigliera di opposizione Elvira Calia: «L’ultimo fatto di sangue ci obbliga al silenzio. È stato ucciso un uomo che si stava riscattando. Ora possiamo solo mandare un abbraccio alla famiglia di Giovanni. Mentre per quanto riguardano tutte le analisi sul malessere sociale è meglio calendarizzare una serie di incontri per riuscire a capire che cosa sta succedendo a Lula».