La Nuova Sardegna

Nuoro

Macomer, rivolta contro la Regione: «No all’inceneritore»

di Tito Giuseppe Tola
Macomer, rivolta contro la Regione: «No all’inceneritore»

Associazioni e movimenti di tutta l’isola alla manifestazione: «Pigliaru deve fermare la realizzazione del nuovo impianto a Tossilo»

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MACOMER. Il provvedimento del Consiglio di Stato che ha sospeso gli effetti della sentenza del Tar di Cagliari con la quale è stato annullato il progetto di revamping dell’inceneritore di Tossilo non ferma associazioni e movimenti che si battono contro l’incenerimento dei rifiuti e la realizzazione di un nuovo impianto a Macomer. Ieri si sono dati appuntamento di fronte all’impianto dove hanno manifestato contro la decisione della Regione di procedere con la realizzazione di una nuova linea di incenerimento e hanno indicato quali saranno le prossime mosse di una battaglia che ritengono sia ancora tutta da combattere.

La prima iniziativa sarà quella di predisporre un ordine del giorno da inviare ai sindaci di tutti i comuni della Sardegna perché lo portino all’approvazione dei consigli comunali. «È un’azione politica forte – ha detto Mauro Aresu del comitato “Non bruciamoci il futuro” – che servirà per coinvolgere e contare i comuni che sono vicini a ciò che chiede la gente in termini di tutela della salute e dell’ambiente e per far capire alla Regione e a chi la amministra che le istanze dei territori assumono ora una dimensione istituzionale».

Nel documento si chiederà alla Regione di fermare definitivamente la realizzazione del nuovo impianto a Tossilo e di passare alla “gestione circolare” del rifiuto «che recupera tutto come materia prima e non incenerisce niente». Ci sono però delle esigenze più immediate legate al provvedimento del Consiglio di Stato che annulla gli effetti sella sentenza del Tar e rimette in gioco il progetto della Regione per la realizzazione di una nuova linea di incenerimento a Macomer. I comitati chiederanno al Consiglio di Stato di revocare la sospensiva delle sentenza del Tar e presenteranno un nuovo ricorso sui temi della salute, «che vengono prima di qualsiasi esigenza della Regione o di altri enti» è stato detto durante la manifestazione.

Di fronte all’inceneritore di Tossilo ieri mattina si sono radunate più di 200 persone, componenti di comitati, movimenti rappresentati dei comuni e politici provenienti da tutta la Sardegna. Alla manifestazione hanno aderito 42 movimenti e associazioni di tutta la Sardegna, i comuni di Arborea, Lodine, Martis, Nuoro, Olzai, Oniferi, Orani e Sarule. C’erano poi consiglieri di opposizione di Macomer e altri comuni della zona, Gavino Sale, Bustianu Cumpostu, il consigliere regionale Emilio Usula, Vincenzo Migaleddu e Domenico Scanu di Medici per l’Ambiente. La manifestazione era promossa dal movimento indipendendista Libe.R.U. e dal Comitato 14 Dicembre. «Siamo qui perché siamo contrari all’incenerimento un sistema in via di smantellamento in tutta Europa – ha detto Pierfranco Devias, leader di Libe.R.U. –, siamo una regione virtuosa sul fronte della differenziata e vogliono incenerire l’indifferenziata». Il sindaco di Sarule, Mariangela Barca, ha sottolineato che il ricorso della Regione al Consiglio di Stato «è un vero atto di prepotenza».

I dipendenti della Tossilo hanno ripreso la manifestazione dall’alto con un drone. «Questa è ormai una battaglia ideologica e non più ambientale – ha commentato Franco Cappai, dipendente dell’impianto e segretario della Uil ambiente –. Si attendevano 5000 persone, ma sono una minoranza che ha la pretesa di bloccare un’opera di interesse strategico. I veri problemi li abbiamo noi. Ci preoccupa il 31 dicembre quadro scadrà il contratto di solidarietà e non si sa che fine faremo. È urgente convocare un incontro in Regione, ma il tempo passa e non arrivano risposte».

Il capogruppo dei Riformatori Sardi in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, intanto ha diffuso un comunicato annunciando che la battaglia si sposta si posta ora sulla revisione del Piano regionale dei rifiuti. «Sembra che l’esecutivo voglia orientare il Piano in modo tale da giustificare decisioni già prese, che sono evidentemente antieconomiche e pericolose per la salute dei cittadini – scrive –. Su questo punto non faremo sconti: il Piano deve prevedere sin da subito l’adozione della strategia europea Rifiuti Zero e abbandonare l’idea di potenziare i termovalorizzatori».

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