La Nuova Sardegna

Nuoro

Borore ricorda Fois giovane carabiniere morto in servizio

BORORE. I carabinieri non dimenticano chi tra loro ha perso la vita nel compimento del dovere. Come tutti gli anni, ieri nel cimitero di Borore è stata ricordata la figura di Antonio Fois, un...

03 novembre 2016
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BORORE. I carabinieri non dimenticano chi tra loro ha perso la vita nel compimento del dovere. Come tutti gli anni, ieri nel cimitero di Borore è stata ricordata la figura di Antonio Fois, un giovanissimo carabiniere medaglia d’oro al valor militare, caduto a Bevera di Ventimiglia il 26 dicembre 1971 durante un conflitto con un pregiudicato che aveva appena ucciso tre persone. Un picchetto d’onore della compagnia di Macomer (nella foto) comandato dal maresciallo Giovanni Dore, comandante della stazione di Borore, ha reso gli onori militari in cimitero nel corso di una cerimonia che si è svolta di fronte alla tomba di Antonio Fois, sulla quale è stata deposta una corona. Alla cerimonia sono intervenuti i familiari del carabiniere medaglia d’oro e il comandate della compagnia di Macomer, Giuseppe Pischedda. Oggi Antonio Fois avrebbe avuto 63 anni. Ne aveva appena diciotto quando fu ferito a morte nel conflitto a fuoco con un pregiudicato calabrese uscito di prigione il giorno prima. Il malvivente prima del conflitto con il carabiniere aveva ucciso tre componenti della famiglia Strangio, originaria della Calabria. Il ragazzino con la divisa, che allora aveva appena 18 anni, intervenne da solo nell’abitazione dove, dopo una lite in famiglia, il pregiudicato aveva fatto una strage.

I carabinieri ne commemorano tutti gli anni la figura con una cerimonia che si svolge nel cimitero di Borore per ricordare l’atto di valore nel quale perse la vita. A lui sono intitolate la scuola di Borore e la caserma del comando provinciale dei carabinieri di Nuoro. «Nobile esempio di eccezionale coraggio, di attaccamento al dovere e di elette virtù militari – si legge nella motivazione della medaglia al valore –, colpito all’addome e al braccio destro e infine al petto, trovò la forza di reagire e di far fuoco contro l’aggressore». (t.g.t.)

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