l’analisi dell’educatore
«Troppo facile per i giovani procurarsi delle armi»
di Luciano Piras
NUORO. Conia un neologismo per l’occasione, Gianfranco Oppo: «apedagogia dell’azione». Dove la lettera “a” è una “a” privativa – sottolinea – e sta ad indicare «l’incapacità dei giovani dei nostri...
21 febbraio 2017
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NUORO. Conia un neologismo per l’occasione, Gianfranco Oppo: «apedagogia dell’azione». Dove la lettera “a” è una “a” privativa – sottolinea – e sta ad indicare «l’incapacità dei giovani dei nostri paesi di trovare soluzioni ai conflitti». «È quasi un fallimento pedagogico, evidentemente». È il primo punto che l’educatore nuorese mette in risalto subito dopo la lettura della cronaca da Oniferi. Sociologo, già insegnante, da sempre impegnato nella prevenzione della devianza giovanile, Oppo rileva subito l’altro tasto dolente: «L’accesso estremamente facile al mercato delle armi». «Chiaro che sarebbe impossibile se non sei già dentro certi ambienti!».
«Organizzare una spedizione punitiva, poi... significa mettere su un piano senza pensare minimamente alle possibili conseguenze. Tra il pensare e il fare, il tragitto è brevissimo» dice ancora Gianfranco Oppo. «Prima si riflette, poi si fa un’azione, parlo a livello generale, s’intende. Qui mi sembra che la vendetta venga servita come un piatto freddo, con il coinvolgimento di più persone e con una programmazione dell’atto violento che non trova nessun ostacolo né tanto meno remore». Garante dei detenuti, oltre che componente dell’Osservatorio territoriale sul bullismo, Oppo resta basito davanti a notizie come questa. «Sembra che neppure la cronaca insegni qualcosa». È una cronaca già vista, infatti, quella della sparatoria dell’altro giorno all’alba. «Sembra che fatti come questo si ripetano in maniera ciclica». E soprattutto, dice Oppo: «Sembra che i giovani dei nostri paesi non pensino affatto alle conseguenze che si pagano per determinate azioni, nessuno sembra pensare alla carcerazione dura che potrebbe conseguirne».
