La Nuova Sardegna

Nuoro

Pescatori in ginocchio «Lo stagno sta morendo»

di Nino Muggianu
Pescatori in ginocchio «Lo stagno sta morendo»

Orosei, grido d’allarme del presidente della cooperativa Giacomo Contu «L’ultima mareggiata ha distrutto gli argini, serve un intervento immediato»

01 marzo 2017
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OROSEI. Cooperativa dei pescatori in ginocchio dopo i danni causati dall’ultima mareggiata, chiedono a gran voce l’intervento e l’aiuto della Regione e del Comune. «Se non si interviene in tempo per noi sarà un anno disastroso». L’accorato è del presidente del sodalizio, Giacomo Contu, che sotto il ponte sul Cedrino sta ancora cercando di recuperare le reti curiosamente impigliate negli alberi. «Sì perché quando è arrivata la piena, l’acqua arrivava fin sotto l’arcata. Ci ha portato via gran parte delle attrezzature e danneggiato le imbarcazioni. Ma il danno maggiore è nello stagno». Le forti piogge con l’aiuto della mareggiata hanno distrutto tutto l’ambiente dello stagno. In due punti particolari è stata ostruita la circolazione delle acque. Si sono rotti gli argini della spiaggia di Osala costruiti da quando è stato costruito il canale.

Nel punto della rottura, l’acqua del mare è entrata nello stagno dopo avere spinto la sabbia nello stesso, creando una sorta diga, dividendo lo stagno in due. Nell’altra zona alla foce del Cedrino, il fiume anzichè uscire nella foce ha creato un altro sbarramento portando via la sabbia. Come se non bastasse, la risacca del mare ha trasportato la sabbia chiudendo di fatto il canale. E adesso il fiume non può immettersi nello stagno. Due punti i cui non c’è più la naturale circolazione dell’acqua nello stagno. Danni si sono verificati anche nelle aziende limitrofe allo stagno e purtroppo si verificheranno ancora se gli sbarramenti di sabbia non verranno asportati, perché l’acqua non trovando sbocco andrà dove trova spazio. «Ci ha portato via le reti per le anguille – aggiunge Giacomo Contu –, per la pesca dei muggini, ma il danno maggiore arriva dal fatto che non c’è il ricambio dell acque, adesso nello stagno non potrà esserci il ripopolamento. Al primo marzo dovremmo dovuto aprire le griglie della peschiera di Osala per il ripopolamento dello stagno e del fiume verso lo stagno, ma e se no ci sono i collegamenti quest’anno siamo a terra. Devono intervenire le istituzioni, per noi è un danno enorme da soli non possiamo farcela e per 20 famiglie se non sarà la fine poco ci manca».

«Chiediamo un immediato intervento da parte delle istituzioni. Che il sindaco ci dia almeno l’autorizzazione per far intervenire un escavatore per rimuovere la sabbia dallo stagno. Ho chiesto personalmente l’autorizzazione al sindaco che mi ha risposto che non può concedere nessuna autorizzazione per lavori di questo tipo in quanto può rischiare la galera. Ma io so che per calamità naturali i sindaci possono dare una mano concedendo delle deroghe d’urgenza. Si tratta in realtà di un demanio marittimo, per cui il sindaco ha poche competenze, inoltre quel tratto di costa rientra nel Sic, Sito di interesse comunitario, dunque è sottoposto a vicoli particolari dove nulla può essere modificato. Un rompicapo di difficile soluzione senza l’intervento diretto della Regione che ha dato alla Cooperativa pescatori di Orosei la concessione per operare nello stagno. Ma se lo specchio d’acqua non ha la naturale circolazione ed è diventato una sorta di cloaca maleodorante dove galleggia di tutto e non certo i pesci, che concessione è? Cosa dobbiamo fare? Chiediamo a gran voce un aiuto – chiude il presidente della coop Giacomo Contu –, ma subito, altrimenti non ha più senso».

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