La Nuova Sardegna

Nuoro

Sindaci sul piede di guerra contro Abbanoa

di Stefania Vatieri
Sindaci sul piede di guerra contro Abbanoa

Maxi vertice promosso dalla Confimprenditori. «Fronte unico per ottenere gli ambiti territoriali»

23 novembre 2017
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NUORO. Combattivi e pronti a ribellarsi, il fronte dei sindaci del Nuorese dichiara guerra ad Abbanoa. Tra inadempienze, rete colabrodo e potabilità dell’acqua, ieri numerosi primi cittadini della provincia si sono confrontati durante un maxi vertice promosso dalla Confimprenditori Sardegna, con l’obiettivo di alzare le barricate contro il gestore unico della rete idrica sarda e riportare così la gestione a livello territoriale. Strappando quindi una volta per tutte il super potere della Regione, che attualmente detiene il 68,11 per cento delle azioni della Spa più odiata dell’isola.

«Le continue lamentele riportate dalle aziende, dalle amministrazioni comunali e dai privati ha portato la nostra associazione a convocare i sindaci del Nuorese – ha spiegato nel corso dell’incontro Gianfranco Seddone, direttore regionale Confimprenditori Sardegna –. È necessaria una presa di posizione nei confronti di Abbanoa che, sin dalla sua costituzione, ha creato disagi su tutti i servizi che vanno dai continui guasti di rete ai ritardi negli interventi, all’enorme perdita d’acqua, alla non potabilità della stessa e alle emissioni delle fatture con importi da capogiro impossibili da pagare».

Per l’associazione che riunisce gli imprenditori sardi infatti i Comuni sono soci di Abbanoa, ma di fatto sono esclusi dalla partita decisionale. «Recentemente sulla questione si è pronunciato anche il presidente dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) Raffaele Cantone – prosegue Seddone –, dichiarando che il controllo da parte dei Comuni assume i connotati di assoluta ininfluenza e invitando dunque la Regione a una ridistribuzione delle quote – sottolinea –. Che quest’ultima ha rinviato, con decreto, al 2020». Sul carro della protesta questa volta sono saliti tutti i sindaci della provincia, o quasi, che sull’onda della disperazione e delle innumerevoli criticità che ogni giorno devono affrontare nei propri paesi, invocano lo stato di emergenza.

«La situazione ormai è fuori controllo – commenta in sindaco di Orani, Antonio Fadda –. Da mesi abbiamo il paese allagato a causa delle innumerevoli perdite che non vengono riparate. C’è molta preoccupazione, e credo sia arrivato il momento di decentrate le funzioni dell’ente verso i Comuni». Sulla stessa linea d’onda viaggia anche la prima cittadina di Sarule, Mariangela Barca, dove spiega «in aggiunta alle continue segnalazioni dell’amministrazione comunale al gestore idrico, si è costituito anche un comitato di cittadini con la partecipazione persino della parrocchia, contro Abbanoa – spiega –, sono riusciti a raccogliere oltre 600 firme per chiedere di uscire dalla gestione dell’ente unico». A portare invece sul tavolo della prostata le più accese rimostranze è Dionigi Deledda, primo cittadino di Orgosolo, che annuncia di voler depositare un documento che denunci il reato di disastro ambientale per la diga di Cumbidanovu. E aggiunge: «Abbanoa è nata da una fusione societaria ma la legge prevede anche la scissione. Non se ne può più dei continui disservizi. Faccio appello a tutti gli altri sindaci, mettiamoci insieme e torniamo al vecchio Govossai».

Tra i temi del dibattito anche i posti di lavoro dei dipendenti di Abbanoa della provincia nuorese. «Attualmente la sede di Nuoro dispone di 13 tecnici, 12 impiegati, 36 operai, 2 meccanici, 1 magazziniere, 2 custodi e 35 auto in dotazione compreso il mezzo con la gru e autobotte – conclude Seddone –. L’intenzione di Abbanoa è oggi quella di trasferire buona parte del personale a Cagliari». Nel prossimo incontro, il 1 dicembre, i sindaci guidati dall’associazione Confimprenditori saranno chiamati a stilare un documento unico per chiedere l’annullamento dell’ente e la costituzione degli ambiti territoriali.

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