Nuoro, la giunta si ricompatta: ok in extremis al bilancio
Il Consiglio vota per il risanamento dei debiti entro i prossimi quattro anni. L’opposizione annuncia subito un ricorso per illegittimità alla Corte dei conti
NUORO. La delibera di variazione di bilancio che tanto ha fatto penare il governo municipale passa con il voto favorevole della maggioranza e il dissenso delle opposizioni. Il Consiglio prende atto dello squilibrio nel conto consuntivo del 2016 di 3 milioni e 725mila euro e decide di dividerne il ripiano da qui al 2020. Prima ancora del resoconto sul dibattito e voto sull’ordine del giorno, da constatare il ritorno in assemblea della componente del Psd’Az, mancata il giorno prima, tanto da far saltare la seduta e correre qualche brivido di troppo a sindaco e giunta, già dentro la verifica di metà mandato. Il capo gruppo dei Quattro mori, Adriano Catte, ribadisce che «l’assenza è stata dovuta solo alla necessità di prendersi un po’ di tempo per valutare le questioni dell’ordine del giorno e in particolare la variazione nel documento finanziario».
Nessun dubbio comunque sui motivi di fondo dell’appartenenza alla maggioranza civica. Ieri la conferma con il voto favorevole alla delibera che manda in archivio la variazione al bilancio. Atto che andava definito entro il 31 dicembre, perché dentro i capitoli del bilancio consuntivo del 2016. Questione che tuttavia dovrebbe avere un seguito presso i collegi della magistratura contabile. I consiglieri di opposizione Pierluigi Saiu (Uniti per Nuoro), Leonardo Moro (ex Pd), Peppe Montesu (Nuova Nuoro) e Mara Sanna (Cinque Stelle) hanno annunciato la decisione di presentare un esposto alla Corte dei conti. Perché ritengono illegittima l’interpretazione dell’articolo 118 del Tuel (Testo unico degli enti locali), nella parte in cui stabilisce le modalità di ripiano: quadriennale, per la giunta Soddu, triennale e, dunque, nel tempo di vigenza del bilancio finanziario, per le opposizioni.
Altro elemento contestato da Saiu, Moro, Montesu e Sanna, il fatto che la delibera di variazione fosse di competenza del Consiglio e non della giunta, che l’ha approvata a novembre e ieri portata alla ratifica dell’assemblea. Non hanno potuto molto per convincere i quattro esponenti della minoranza le parole del sindaco Soddu, all’esordio come assessore del Bilancio “a interim”, per via delle dimissioni di Raffaelina Denti, titolare della delega per i primi due anni e mezzo di mandato. Dopo avere illustrato il testo, Soddu ha spiegato che «si tratta di un’esposizione economica non determinata dall’andamento dei conti dell’amministrazione, che nel 2016 hanno segnato un attivo di quasi quattro milioni di euro. Ma piuttosto dalla necessità di accantonare somme per circa 7 milioni come fondo rischi per espropri e crediti di dubbia esigibilità».
A supporto della legittimità della scelta di spalmarlo in quattro, sempre Soddu, ha fatto riferimento ad alcune sentenze «della Corte dei conti, sia a sezioni riunite, sia in alcune sezioni regionali». Lettura rigettata in toto dalle opposizioni. Prima di tutto per tenere legata l’origine del debito «ai conti dell’attuale gestione amministrativa», hanno detto Saiu e Moro. Subito dopo per rifiutare con sdegno l’interpretazione della norma del testo sugli enti locali, «interpretata in maniera libera e illegittima. Perché la regola è che il debito sia ripianato entro i tre anni di valenza del bilancio e si può impegnare sino all’intera consiliatura solo quando al termine di essa manchino uno o due anni», ha ribattuto Pierluigi Saiu, questa volta in risposta alle spiegazioni – pro ripianamento quadriennale – date dal direttore generale Antonino Puledda.