Nuoro 2020, gli operatori concordi: «Con la cultura si mangia»
Parlano proprietari di caffè, ristoranti e alberghi: un’occasione imperdibile. Il direttore dell’Ascom: comunque vada resta un progetto di sviluppo possibile
NUORO. La cultura si fa spazio anche tra gli operatori commerciali della città. E torna a far parlare di sé non più come un piacevole passatempo nella vita di tutti i giorni ma come un sicuro volano economico e turistico per la città. Alle soglie dell'audizione al Ministero dei beni culturali, in programma il 5 febbraio alle 17, a incrociare le dita è l'intera città, ma soprattutto coloro che lungo le strade del capoluogo barbaricino hanno deciso di investire in un'attività lavorativa. Ad accomunarli è la convinzione che dalla cultura si possa vivere e mangiare, a patto che l'obiettivo sia condiviso e comune.
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«Il grande beneficio che la candidatura ha portato alla città è stato quello di aver convinto tutti che Nuoro possa essere un luogo in grado di offrire cultura e storia – commenta Antonella Stocchino, direttrice dell'Hotel Grillo –. Noi del settore già lo sapevamo perché lavoriamo essenzialmente con i turisti che vengono in città per conoscere le nostre bellezze. Da qualche mese ci facciamo pubblicità con i tour operator sottolineando il fatto che la città è in corsa per il titolo di Capitale della cultura, la speranza naturalmente è che Nuoro trionfi».
Il nodo dei trasporti. Per Silverio Nanu, titolare della storica Trattoria il Rifugio, la cultura, oltre che conoscerla e ammirarla, si può mangiare, «perché fa parte indissolubilmente della storia e delle tradizioni di un posto – dice il ristoratore –. Noi crediamo moltissimo nel potenziale di Nuoro e nonostante la città non sia valorizzata riceviamo turisti tutto l'anno. Il problema principale per me sono i trasporti che negli ultimi due anni ci hanno fatto perdere lo zoccolo duro del turismo inglese e spagnolo».
Un posto di riguardo nel campo della ricezione lo occupano certamente i Caffè sparsi per la città, che si offrono al visitatore come un luogo di accoglienza. Qui la parola d'ordine è turismo, una leva che secondo la categoria potrebbe creare i presupposti per la rinascita della città. Le glorie letterarie. «L'augurio è che Nuoro porti a casa l'ambito titolo – chiosa Antonio Piu, titolare del caffè Torino in piazza Crispi –, con la speranza naturalmente che questo porti benefici all'economia della città. Mi piacerebbe vedere la piazza brulicare di turisti e sentir parlare di più della Deledda e dei due Satta».
Argomenti condivisi anche da Pasquale Matta che dal neonato Caffè Ecrù di via La Marmora lancia una proposta: «Sostengo appieno la mia città in questo progetto che ritengo bellissimo e se dovesse vincere metterò in campo numerose iniziative con l'obiettivo di valorizzare i grandi musicisti nuoresi».
Fare rete. Dalla direzione della Confcommercio nuorese, Gianluca Deriu ricorda l'importanza del lavorare in rete per raggiungere un obiettivo comune. Un lavoro che secondo il direttore dell'associazione di categoria che raggruppa i commercianti ha premiato il dossier nuorese catapultando la città alle soglie della finale. «I benefici che la candidatura porterà alla città sono già oggi sotto gli occhi di tutti – dice – il solo fatto che si investa in cultura è l'inizio di un nuovo percorso che il capoluogo barbaricino ha finalmente deciso di intraprendere. I tempi sono maturi e comunque vada ne è valsa la candela, perché adesso la città ha capito di che pasta è fatta – conclude Gianluca Deriu –. Abbiamo raggiunto già un grande risultato, e abbiamo un progetto spendibile anche se Nuoro non dovesse vincere. Ma io sono certo che trionferà».
Operatori turistici e commerciali dunque sono tutti a favore, non resta che attendere la scelte del ministero del 16 febbraio prossimo.