La Nuova Sardegna

Nuoro

No alla violenza: «Martina siamo tutte»

di Giulia Serra
No alla violenza: «Martina siamo tutte»

Centinaia di persone hanno partecipato alla manifestazione di solidarietà verso la donna aggredita dal compagno

13 febbraio 2018
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MACOMER. Donne, uomini, bambini, studenti, famiglie: la città di Macomer ha risposto con un “No” chiaro, senza se e senza ma, alla violenza contro le donne. Lo ha fatto con una fiaccolata che si è svolta nella serata di ieri e che ha visto il partecipato corteo muoversi da piazza Due Stazioni, snodarsi lungo il corso Umberto e raggiungere lo slargo antistante al palazzo comunale. Neanche il freddo pungente ha fatto desistere le tante persone che si sono radunate per mandare un messaggio chiaro, di solidarietà ma anche di presenza reale, a Martina, ma anche a tutte quelle donne che subiscono vessazioni, violenza fisica o psicologica e alle quali qualcuno cerca di togliere la libertà. Dopo il grave fatto di cronaca che 10 giorni fa ha sconvolto la quiete di un ordinario venerdì pomeriggio macomerese, la società civile ha deciso dunque di alzare la testa e di scendere per le strade per manifestare e parteggiare, perché non vi è giustificazione alcuna per nessuna forma di violenza.

«Si deve combattere, si deve poter far crescere la sensibilità di tutti – dice Valeria Tola, una delle tante donne promotrici, insieme all’associazione Punto Donna, della fiaccolata di solidarietà – la vicenda di Martina, la sua immagine con il volto tumefatto, mi ha portato subito alla mente quella di mia cugina, morta per mano di un uomo, suo marito, che le ha fracassato il cranio 16 anni fa». Tanti anche i politici che hanno sfilato silenziosamente, uniti per una volta dietro una stessa univoca bandiera, non partitica ma di civiltà. Presenti tutti gli amministratori di Macomer e del Marghine, ma anche consiglieri regionali ed esponenti politici: Giuseppe Luigi Cucca, Pietro Pittalis, Bruno Murgia, Claudia Zuncheddu, Michele Piras, Mario Usula, Andrea Soddu, Gianfranco Congiu, Anthony Muroni, esponenti del M5S e del Progetto Autodeterminatzione. «Siamo qui tutti insieme, senza differenze, per dire ancora una volta no alla violenza di genere» dice la vice sindaca di Silanus Rita Morittu, alla quale fa eco il sindaco Arca, che aggiunge: «Le donne devono sapere che non sono e non saranno sole: noi siamo al loro fianco». All’unisono le sindache di Lei e Birori Chirra e Cadeddu e la vice sindaca di Macomer Ledda: «Purtroppo il nostro territorio non è indenne da questa orribile piaga. Per questo abbiamo lavorato duramente per riuscire a reperire i fondi per aprire il Centro antiviolenza del Marghine, attivo da dicembre. Sono queste le azioni che dobbiamo mettere in campo per combattere il fenomeno della violenza sulle donne». Tanti i rappresentanti istituzionali e politici presenti dunque: «Non è affatto un male – dice Luisanna Porcu di Onda Rosa – sono loro che fanno i piani antiviolenza. Noi chiediamo alla Regione che i finanziamenti siano certi, senza ritardi: solo così si può davvero incidere sul fenomeno». Sul caso specifico di Macomer, con la recente apertura della Casa delle Donne, si sono già registrate 14 chiamate. Un numero che, secondo Porcu, basta per dare la dimensione di un fenomeno troppo spesso sommerso che, per essere sconfitto, ha necessità prima di tutto di emergere.

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