processo PISQ
Inquinamento dell’aria a Quirra «Non era possibile rilevare i dati»
LANUSEI. «La qualità dell’aria? A Quirra non era possibile rilevarla». Lo ha sostenuto ieri mattina nell’aula del palazzo di giustizia di Lanusei il consulente tecnico d’ufficio e già tecnico dell’Arp...
29 giugno 2018
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LANUSEI. «La qualità dell’aria? A Quirra non era possibile rilevarla». Lo ha sostenuto ieri mattina nell’aula del palazzo di giustizia di Lanusei il consulente tecnico d’ufficio e già tecnico dell’Arpas, chiamato dal giudice monocratico Nicole Serra a dire la sua sull’inquinamento della zona. Impossibile comunque stabilire se l’aria del poligono finito sotto la lente d’ingrandimento della magistratura per i veleni di Quirra fosse inquinata visto che non c’era neanche una centralina per rilevare i dati sulle polveri. Il perito chimico dell’Arpas, Roberto Usai, è stato interrogato a lungo sia dalla pubblica accusa (pm Daniele Loi e il procuratore Biagio mazzeo) e della difesa di otto comandanti del Pisq (Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni, Carlo Landi, Paolo Ricci, Gianfranco Fois e Fulvio Ragazzon) a processo per omissioni aggravate di cautele contro infortuni e disastri. Subito dopo è toccato a due militari testimoniare. Infine c’è stato un duro botta e risposta tra le parti sulle relazioni del professor Mauro Cristaldi, consulente della Procura nel frattempo deceduto. Su richiesta dell’avvocato di parte civile Gianfranco Sollai, Serra ha acquisito le relazioni come memoria riservandosi di decidere se sentire o meno qualcuno dei collaboratori di Cristaldi. Il processo è arrivato al giro di boa. Dopo l’audizione dei consulenti toccherà ai testimoni della difesa. Si tratta di un lungo elenco di persone citate dal collegio difensivo degli imputati (gli avvocati Francesco e Pierfrancesco Caput, Andrea Chelo e Leonardo Filippi) che dovranno contrastare la tesi accusatoria. Il processo riprende l’11 luglio. (g.f.)