La Nuova Sardegna

Nuoro

Gli speleosub sardi e liguri fanno palestra a Sa Oche

di Nino Muggianu
Gli speleosub sardi e liguri fanno palestra a Sa Oche

Oliena, esercitazione nazionale in grotta degli specialisti del Soccorso alpino Verrà simulato il recupero in condizioni avverse di due feriti intrappolati

02 ottobre 2019
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OLIENA. Due speleosub del Soccorso alpino sardo feriti, restano intrappolati nella grotta di Sa Oche, nella valle di Lanaitto a Oliena. Impossibile tornare indietro verso l’ingresso. Il livello dell’acqua salito improvvisamente per le abbondanti piogge ha reso impossibile il rientro al campo base dove scatta l’allarme per il difficilissimo salvataggio dei due volontari. Ci vogliono diverse ore per mettere il percorso in sicurezza prima dell’inizio delle complesse operazioni di recupero. Alla fine tutto si risolve nel migliore dei modi con un gran sorriso dei due “feriti” e un applauso generale.

In realtà è quello che succederà il prossimo fine settimana per una programmata “Esercitazione nazionale del Cnsas, il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico” presso il complesso carsico Su Bentu-Sa Oche, a Oliena, dove verrà simulato il recupero di due speleosubacquei infortunati.

Evento che si svolgerà da venerdì 4 ottobre a domenica. Quindi, sarà la Sardegna ad ospitare l’importate esercitazione interregionale di soccorso speleologico. L’esercitazione è organizzata dall’VIII Zona di Soccorso Speleologico in seno al Cnsas Sardegna, coinvolge la XIII Zona della Liguria e tre commissioni nazionali: la commissione Speleosubacquea, la commissione Medica e la commissione Comunicazione e documentazione. Come spiega Laura Pillittu, addetto stampa del Soccorso alpino e speleologico della Sardegna: «Nello spettacolare scenario della valle del Lanaitto, l’esercitazione prevede la simulazione di un complesso intervento di soccorso a due speleosubacquei infortunatisi nel sifone di collegamento delle grotte Sa Oche e Su Bentu. L’apertura dell’evento sarà venerdì mattina e comincerà con l’allestimento del campo base che coordinerà le operazioni di soccorso.

Seguirà l’organizzazione delle squadre, speleosubacqua e speleologiche, che porteranno avanti le manovre per la progressione della barella verso l’uscita, prevista all’alba di domenica. Tutti i tecnici impegnati nell’evento, sia speleosubacquei che speleologi – continua Pillittu – metteranno in campo una sinergia di competenze tecniche di soccorso speleosubacqueo e speleologico, che permetteranno il recupero degli infortunati passando lungo il sifone allagato di oltre 100 metri e gli ambienti delle due cavità».

Lo scenario carsico presenta anche laghi e vasti ambienti concrezionati: qui i tecnici, per la progressione della barella verso l’uscita, si troveranno ad alternare tecniche speleosubacquee e le classiche tecniche di recupero in grotta, compreso l’utilizzo di differenti tipologie di barelle. L’evento rappresenta, oltre che un esempio di sinergia tra le diverse specializzazioni e competenze del Cnsas chiamate ad operare per la risoluzione di un intervento speleologico complesso, anche un importante momento addestrativo rappresentativo di un’operazione di soccorso svolto in ambiente impervio.

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