La Nuova Sardegna

Nuoro

Carboni: la scuola non deve chiudere

Carboni: la scuola non deve chiudere

Desulo, solidarietà del vescovo di Oristano al paese per i tagli all’Alberghiero

25 ottobre 2019
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DESULO. «Desidero esprimere la mia solidarietà di vescovo in merito alla grave situazione venutasi a creare con la vicenda dell’istituto alberghiero, unica scuola superiore presente nel vostro comune». Inizia così la lettera dell’arcivescovo di Oristano Roberto Carboni indirizzata alla comunità desulese sulla vicenda della mancata apertura della prima classe della scuola. Un attestato di solidarietà arrivato per il tramite del parroco don Mariano Pili e gradito alla cittadinanza che si è schierata in maniera compatta in difesa dei dieci studenti della prima classe e dei loro genitori. Una protesta che per ora non ha dato i frutti sperati e che incassa uno straordinario appoggio da parte dell’arcivescovo oristanese. I ragazzi, tre dei quali sono diversamente abili, rimangono a casa in attesa che qualcosa di muova. A loro e ai fedeli desulesi che è indirizzata una lunga lettera con cui il presule invita coloro che «gestiscono la cosa pubblica ad un ripensamento». Dopo aver analizzato i problemi del territorio tra cui spopolamento, isolamento geografico e il rischio di chiusura dell’ospedale di Sorgono, il vescovo Carboni ricorda come «la mancata apertura della prima classe comporterebbe l’obbligo del trasferimento degli alunni iscritti in altre sedi, difficili da raggiungere a causa della distanza. In modo particolare mi stanno a cuore alcuni studenti disabili, che vedrebbero aggiungersi altre difficoltà a quelle che già vivono giornalmente per la loro condizione. Ho seguito la con attenzione la protesta con la quale avete voluto sensibilizzare l'opinione pubblica; è stata una manifestazione svoltasi con grande senso civile ma anche con fermezza e so che la vostra istanza è giunta a tutti i livelli, compreso il parlamento». Di qui l’appello dell’alto prelato: «Le autorità competenti, come i nostri amministratori della cosa pubblica, rivalutino le decisioni e optino per il mantenimento della scuola. Si adoperino non solo per il diritto allo studio ma per favorirlo a coloro che vivono nelle zone montane dell’isola». (g.m.)

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