La Nuova Sardegna

Nuoro

Maschere della tradizione online

di Luca Urgu

Ottana, la passione dell’ex sindaco Giampaolo Marras approda nel palcoscenico digitale

27 ottobre 2019
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OTTANA. Una passione per plasmare la materia e dargli forma e personalità datata ereditata dalle sapienti mani paterne. Ora tutto quel patrimonio di conoscenze apprese e le tante creature realizzate trovano visibilità anche nel palcoscenico digitale. Per Giampaolo Marras, ex sindaco di Ottana dal 2010 al 2015, tradizione e innovazione sono un connubio che cammina sicuro percorrendo gli stretti tratturi del passato ma anche le attuali autostrade digitali che abbattono barriere e rendono la comunicazione più semplice e veloce. Da poche ore è online il sito internet https://gianpaolomarras.wixsite.com/maschere, dove l’artista dell’intaglio “per passione”, si racconta e da voce e immagini alle maschere di boes e merdules della sua Ottana. «Con colpevole ritardo ho iniziato a raccogliere immagini di maschere e altre opere che ho realizzato. Il sito web, che raccoglie per ora solo un’ottantina di opere delle migliaia che ho fatto, ci sono immagini e video di maschere di famiglia che vanno dal 1966 ad oggi, che aggiornerò ogni settimana, aggiungendo immagini che spero in tanti che hanno le mie maschere mi invieranno», ha detto Marras che dopo un passato nella ormai defunta Legler oggi lavora per Sardex monete complementari, occupandosi in particolare di monete locali e rapporti con la Pa (Pubblica amministrazione), fondazioni ed enti. «Ogni maschera ha un nome e un cognome, sopravvivono alle persone. Le maschere non invecchiano, ascoltano, vedono dai muri da dove pendono, ciò che succede in casa» racconta Giampaolo Marras che intravede nelle sue creature, ma non solo nelle sue un fascino e un magnetismo trascendentale. Il sito non ha al momento finalità commerciali, ma in prospettiva sarà un e commerce. «La mia idea è comunque quella di rivolgermi ad un livello di appassionati, collezionisti che desiderano una maschera che racconti il territorio dal quale proviene, chi le ha realizzate e la sua storia. L’idea del sito è nata anche per rapporti con collezionisti e musei in prospettiva, che giustamente hanno necessità di vedere cosa produco» sottolinea l’ex amministratore consapevole in questi vent’anni di produzione di avere tanti “figli di legno” in giro. «Sono tante le maschere che sono finite in mano a personalità di ogni tipo, eppure mi affeziono a quelle che hanno una storia da raccontare. Una volta a carnevale sono entrati separatamente, due gruppetti al bar. Il caso ha voluto che tutti indossassero maschere mie o di mio padre, fatte in anni diversi, uscite tutte da casa. Ebbene quel giorno si sono ritrovate tutte lì, con me ad osservarle, senza sapere chi le indossasse».

C’è anche un’altra tipologia, quella in attesa di un proprietario. «Qualche mese fa, ho fatto una maschera strana, con la barba e gli occhi infossati. Fatta così, senza idea particolare. A settembre ho ospitato Sebastiano Dessanay, per il suo progetto 377, che lo vede in tourneé in ogni paese dell'isola. Ebbene, appena lo ho visto, con la barba lunga e gli occhi infossati, gli ho detto: quando ho fatto questa maschera non sapevo perché l'ho fatta così, l'ho capito ora, vedendoti, l'avevo preparata per te e gliel’ho donata. È proprio vero le maschere uniscono uomini, le loro storie e le loro vite».

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