La Nuova Sardegna

Nuoro

Lo scontro fra trasportatori finisce a giudizio

Lo scontro fra trasportatori finisce a giudizio

Due camionisti di Ottana accusati di aver impedito il lavoro di tre colleghi di Silanus nella cava Maffei

05 novembre 2019
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. «Nel 2014 ero direttore dell’attività estrattiva della cava Maffei sarda silicati, a Orani. All’epoca, la nostra azienda, denunciò alcuni tafferugli, c’erano stati alcuni problemi tra i lavoratori. Alcuni trasportatori locali intimavano ad altri trasportatori non locali di non procedere con il carico e di scaricare la merce che avevano già nel camion»: è entrato nel vivo con la deposizione dell’allora responsabile della cava di Orani il processo che vede imputati di violenza privata due autotrasportatori di Ottana che lavoravano, e lavorano tutt’ora, per conto della ditta: Antonello Porta e Sandro Carboni. Secondo l’accusa, i due – che sono difesi dall’avvocato Riccardo Uda – a inizio del 2014 avevano costretto altri loro colleghi di Silanus a interrompere il lavoro e ad allontanarsi dalla cava. Sullo sfondo di tutto, come è emerso nell’udienza, c’erano diversi malumori tra gli operai locali e la ditta legati ad alcuni stipendi e arretrati. Ma il clima si era fatto poi più incandescente, perché i lavoratori locali, confluiti in un Consorzio, ritenevano di essere stati danneggiati dal fatto che l’azienda si stesse servendo anche di lavoratori considerati “esterni”, perché questi ultimi accettavano di essere pagati la metà rispetto a loro. Certo è che nel febbraio del 2014 questi malumori erano sfociati in uno scontro tra lavoratori e alla fine era stato richiesto l’intervento dei carabinieri. «Ma quando siamo intervenuti – ha spiegato uno dei militari dell’Arma – era tutto finito». «Quello che è successo – ha spiegato, dal canto suo, l’allora direttore della cava – è stato solo un diverbio, ma nessuno scontro fisico. Porta e Carboni hanno solo chiesto ai lavoratori di fuori (di Silanus, ndr) di non continuare a caricare il camion. Perché il trasporto, all’epoca, lo volevano fare solo con trasportatori locali. E i tre hanno preferito scaricare il camion. Porta e Carboni li abbiamo sempre conosciuti come persone tranquille, tutt’ora lavorano con noi. Fanno parte di un Consorzio di trasporti, e si aspettavano che tutti i trasporti della piana di Ottana fossero affidati al Consorzio. Ma non ho visto alcuna minaccia o violenza, né camion messi di traverso all’uscita». Il processo riprenderà il 2 marzo. (v.g.)

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative