La Nuova Sardegna

Nuoro

Processo alluvione, controesame a metà per i tecnici del Pm

NUORO. «Signor giudice, l’esame dei consulenti è stato condotto collegialmente e anche il controesame non può che essere collegiale». Gli avvocati della difesa al processo per l’alluvione del 2013...

12 novembre 2019
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NUORO. «Signor giudice, l’esame dei consulenti è stato condotto collegialmente e anche il controesame non può che essere collegiale». Gli avvocati della difesa al processo per l’alluvione del 2013 che vede sul banco degli imputati 59 persone, accusate a vario titolo di diverse omissioni, e qualcuno delle morti del poliziotto Luca Tanzi, inghiottito dalla voragine che si era creata nel ponte di Oloè, e di Maria Frigiolini, l’anziana di Torpè, annegata nella sua abitazione durante la piena del rio Posada, ieri mattina hanno cercato di rinviare l’interrogatorio dei consulenti della Procura: Sante Mazzacane, Marco Bruni e Bruno Grego, rimasti in tre a causa dell’assenza per motivi di salute di dell’ingegnere Alberto Bizzarri. Il giudice monocratico Giorgio Cannas ha però ritenuto di dover continuare l’udienza affermando: «nulla vieta di frazionare il controesame del consulente assente», per poi dare la parola alle parti civili. L’avvocato Pierpaolo D’Amico, legale della famiglia Frigiolini, riservandosi di approfondire l’esame in presenza del quarto tecnico, si è rivolto agli altri consulenti chiedendo quali criticità siano state rilevate sia nella fase di progettazione, di realizzazione e di gestione degli organi di scarico della diga di Torpè. «Nell’argine destro – ha risposto Mazzacane – i lavori sono stati eseguiti in totale difformità, per stralci e con una durata notevole non prevista nel cronoprogramma. Anche i materiali non erano idonei. L’argine ha presentato dati diversi rispetto al progetto originario e a questo si è aggiunto la presenza delle finestre che – ha aggiunto il tecnico – essendo state lasciate aperte hanno causato l’esondazione. La seconda rampa, inoltre, in località Poju doveva essere eliminata. Il giorno dell’alluvione erano stati svolti meno del 40% dei lavori». Sempre a Mazzacane si è rivolto l’avvocato Angelo Magliocchetti, difensore del sindaco di Torpè, Antonella Dalu.

«Nella relazione, oltre a valutare i quesiti sotto il profilo tecnico, siete entrati in merito anche all’organizzazione e alla responsabilità del Coc. Siete anche esperti di protezione civile?» ha incalzato il difensore. «No – ha replicato l’ingegnere – era solo una nostra valutazione, non avendo trovato atti dai quali si potesse evincere un presidio del territorio secondo normativa». (k.s.)

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