La Nuova Sardegna

Nuoro

Al Nuorese il record delle incompiute

di Francesco Pirisi
Al Nuorese il record delle incompiute

Uno studio di Confimprenditori mette in fila le opere pubbliche ancora da completare, a partire dalla diga di Cumbidanovu

13 novembre 2019
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NUORO. Nella Sardegna delle opere incompiute alcuni cattivi esempi sono nella provincia di Nuoro. Tra la Baronia e il Marghine, passando per la Barbagia, si contano oltre una decina i lavori pubblici mai conclusi, nonostante siano trascorsi alcuni lustri dal loro appalto. In un’ipotetica classifica, il primato negativo va alla diga di Cumbidanovu, in agro di Orgosolo, ancora da realizzare dopo quasi 30 anni dal primo scavo e nonostante la disponibilità di 55 milioni di euro. A fare la conta, con nome delle incompiute, cifre stanziate e stato dei lavori, è stato da poco il Centro studi della Confimprenditori regionale, che ha sede proprio a Nuoro. Con risultati impietosi.

In Sardegna mancano all’appello 80 opere finanziate dalla Regione per complessivi 232 milioni. In alcuni casi i cantieri sono stati chiusi in corso d’opera, in altri si è arrivati a finire i lavori, ma poi l’infrastruttura zonale o l’edificio comunale non sono stati collaudati. Il direttore regionale di Confimprenditori, Gian Franco Seddone: «Sono dati preoccupanti, sia per la mole dei finanziamenti non utilizzati, sia soprattutto per il fatto che per il momento le comunità non possono usufruire di queste opere. Si tratta di scuole, strade, impianti idrici, campi sportivi». Di quel monte finanziario di fondi pubblici sinora non andati a buon fine, la provincia di Nuoro porta il carico di 63 milioni di euro. Quota superata solo dall’area del Cagliaritano, con 106 milioni di opere non concluse, ma con la differenza di un territorio più esteso e con il triplo della popolazione. Mentre si fermano rispettivamente a 28 e 25 milioni le province di Sassari e Oristano. Se il Nuorese ha segnato il passo in quanto a dinamicità e trasparenza, il suo capoluogo ne è stato il modello negativo. Dai primi anni 90 a oggi infatti tra la città e la periferia si sono bloccati i lavori per costruzione del palazzetto dello sport, a “Tanca ‘e s’ena”, sulla vecchia provinciale per Mamoiada (4 milioni e 200mila euro), della scuola elementare di Ugolio (un milione e 260mila), della caserma di Marreri (309mila), della parrocchia San Francesco (un milione e 200mila). Complessivamente poco meno di 9 milioni di lavori previsti in partenza, mentre ne sono stati realizzati per appena un milione e 200mila.

Le conseguenze viste dagli uffici della Confimprenditori: «Oltre alle opere che vengono a mancare, la conseguenza è il blocco dell’edilizia e dell’economia nel suo complesso. Se rapportiamo tutto questo a un’isola che da anni vive una profonda crisi economica, le conseguenze credo siano chiare a tutti». Tra i responsabili la Confimprenditori mette la Regione, che di tutti gli interventi è l’ente finanziatore. Ancora Seddone: «Il quadro che abbiamo ricavato è quello di opere o non finite oppure concluse e non collaudate. A monte c’è l’omissione o la negligenza di chi avrebbe dovuto controllare l’esecuzione dei progetti e il corretto utilizzo dei fondi, e non l’ha fatto». Accusa che poi il direttore mira con più precisione: «La direzione regionale dei Lavori pubblici si giustifica e spiega che le opere incompiute saranno comunque utilizzate, anche se ridimensionate o destinate a scopi diversi, perché lo consente una specifica legge. Teniamo conto di questa possibilità e ci adeguiamo, anche se vorremmo sapere i tempi e la spesa per arrivare a capo di questi interventi. Perché visti i precedenti, viene da pensare che occorreranno ancora 20 anni».

In coda alla denuncia sul pacchetto-incompiute dell’isola e della provincia nuorese, c’è anche un problema di sicurezza che in qualche modo potrebbe finire nel dimenticatoio, come qualcheduno degli stessi appalti non arrivato alla fine. Gian Franco Seddone: «La legge che consente di rivedere progetti e impiego delle opere ha il difetto di salvare chi è stato responsabile, anche per sola negligenza, di ognuno di questi fatti di cattiva amministrazione».

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