La Nuova Sardegna

Nuoro

«Il Capodanno resti a Gonone»

di Nino Muggianu

Scoppia la polemica per il trasloco della festa a Dorgali. La giunta ha deciso dopo un sondaggio

28 novembre 2019
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DORGALI. Sono già cominciati, a Dorgali, i fuochi d'artificio di fine anno. Scavalcando il monte Bardia le scintille colorate di polemica delle fontane luminose sono arrivate sino al palazzo comunale di corso Umberto. La polemica è scoppiata su Facebook tra un operatore turistico di Cala Gonone e l’amministrazione comunale. Il motivo? La decisione della giunta guidata dalla sindaca Maria Itria Fancello, di spostare i festeggiamenti del Capodanno dalla frazione marina a Dorgali. L’idea non è piaciuta per nulla all'operatore in questione che ha sollevato il caso. La decisione della giunta, a quanto risulta, è stata presa anche dopo avere sondato i dorgalesi, compresi quelli che abitano a Cala Gonone che sono stati sempre tra i partecipanti alla festa più numerosi. Specie negli ultimi anni trovare quasi tutte le strutture turistiche chiuse la sera del Capodanno a Gonone è stata una costante. Del resto, chi fa quel mestiere sa bene cosa significhi in termini di spese rimettere in moto una struttura. Qualche anno fa l'amministrazione comunale chiedeva, d'accordo con gli stessi operatori, che una percentuale delle strutture restasse aperta per l'occasione. Poi piano piano, le luci hanno cominciato a spegnersi. Si riaccendono adesso in forma di polemica.

Tutto è cominciato con un post di un operatore su Facebook: «La festa di Capodanno si farà a Dorgali, buono a sapersi. Dall’anno prossimo giuro che non comprerò nulla dei prodotti dorgalesi, dalla Cantina ,ai formaggi Complimenti. Andiamo avanti lo stesso boicottati per l'ennesima volta». Poi un accenno ai fondi della tassa soggiorno spesi male, per chiudere: «Noi andremo avanti lo stesso pur contrastati e ostacolati in tutto e per tutto». Ne sono seguiti diversi una serie di commenti, tra i quali un sonetto in stretto dorgalese.

«Pur preferendo altre modalità di scontro dialettico-politico, sono costretto, chiamato in causa in questa pubblica piazza, a rispondere con lo stesso mezzo – scrive uno degli amministratori – La premessa per chi legge è che non c’è nulla di personale tra noi, quindi confido che tu abbia l’intelligenza di considerare quanto segue come una risposta politica ad un attacco politico. Hai scritto un post delirante e piuttosto contraddittorio. Prima minacci, anzi giuri di non comprare più prodotti dorgalesi, poi nei commenti dici che era una provocazione (mi scuserai ma non l’ho capita). Parli di boicottaggio: di chi? Di Cala Gonone? Ma Cala Gonone non fa parte di Dorgali? E poi commenti: «Siamo una comunità Unica. Stanno facendo di tutto per creare rivalità» ma appena prima avevi scritto: «Poi scendete a Gonone a chiedere le offerte per Ferragosto dorgalese e atteru». Mi pare che la rivalità la veda e/o la istighi più tu che non l’amministrazione di cui faccio parte». L’intervento si conclude con un “post scriptum”: «Se avete da lamentarvi le porte del Comune sono sempre aperte. Pretendere che vi si legga e vi si risponda su Facebook, soprattutto dalla sindaca che spesso taggate, non è né utile, né opportuno, oltre che un tantino pretenzioso. Considerate questa una necessaria eccezione».

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