"Cristo si è fermato a Oloè": dura protesta sul ponte chiuso dal 2013
Blitz dei cittadini di Oliena esasperati per la lunga attesa: "Siamo isolati da sei anni"
OLIENA. Blitz in piena notte sul ponte di Oloé: protagonisti i cittadini di Oliena, esasperati da sei anni di chiusura della provinciale Oliena-Dorgali a causa del crollo del viadotto durante l'alluvione del 18 novembre 2013, costata la vita all'agente di Polizia Luca Tanzi. Sul ponte è stato allestito un presepe, attorno striscioni per denunciare il settimo Natale di disagi: «Traditi dalla politica ci affidiamo ai santi», «Cristo si è fermato a Oloè».
C'è anche il coro a tenores che intona una poesia in sardo dedicata ai lavori infiniti su una strada di collegamento vitale per i due comuni. «È il settimo Natale con il ponte di Oloé chiuso, così come chiuso è il rubinetto dei soldi per metterlo a posto», racconta un cittadino del comitato spontaneo nato sulla scia delle proteste. Nel presepe i tre Re Magi al posto dell'oro dell'incenso e della mirra hanno i soldi, per sottolineare le risorse investite inutilmente per rimettere in piedi la struttura crollata con il passaggio del ciclone Cleopatra.
«Questo ponte rappresenta il fallimento della politica sarda e nazionale - incalza un altro attivista - Ormai non crediamo più a nessuno di loro, ma solo a Gesù bambino». L'infrastruttura è sotto sequestro dal febbraio 2017 su richiesta della Procura di Nuoro. Qualche mese fa il tribunale ha rigettato l'istanza di dissequestro presentata dalla Provincia a conclusione di una serie di lavori per la messa in sicurezza. Secondo i tecnici del Palazzo di giustizia, le opere finora completate non garantiscono ancora la non pericolosità del ponte: servono altre indagini e nuovi interventi.