La Nuova Sardegna

Nuoro

Gairo 

Dopo 30 anni trovato l’accordo per il residence “Su sirboni”

di Giusy Ferreli

GAIRO. Decenni di controversie giudiziarie tra il Comune di Gairo e la società proprietaria del complesso turistico di “Su sirboni” verranno cancellate con una transazione tra il sindaco Franco Piras...

24 dicembre 2019
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GAIRO. Decenni di controversie giudiziarie tra il Comune di Gairo e la società proprietaria del complesso turistico di “Su sirboni” verranno cancellate con una transazione tra il sindaco Franco Piras e Fabrizio Felter, amministratore unico della “Baia di Gairo”. Una delibera adottata ieri dalla giunta comunale ha dato mandato al primo cittadino affinché chiuda l’accordo con i proprietari del villaggio chiuso da oltre 30 anni. Parte integrante della transazione l’impegno della società di “proporre un nuovo piano di sviluppo comprendente un nuovo assetto edilizio ed urbanistico dell’area”. Alla stessa maniera “è interesse del Comune assecondare l’impresa privata”. In municipio sono convinti che lo sviluppo del territorio possa passare attraverso il rilancio di un villaggio vacanze sorto ai primi anni Sessanta quando furono in molti a credere che in quell'angolo incontaminato di Ogliastra si potesse concretizzare il sogno turistico realizzato in altre parti della Sardegna. Gli amministratori ritengono che la riapertura dei bungalow avrà “sicuri effetti positivi in ordine all’incentivazione dei flussi turistici e della fruibilità in sicurezza dei servizi alla balneazione”. Dal canto suo Baia di Gairo si impegna a rinunciare all’azione legale intentate contro l’amministrazione, nello specifico al ricorso presentato al Tar e quindi alle rivendicazioni sugli 80 ettari e passa di proprietà del Comune ogliastrino. La vicenda dei 161 ettari e del complesso turistico di Su Sirboni prende l'avvio più di mezzo secolo fa. I terreni vennero venduti per 80 milioni a un gruppo di imprenditori. Risale invece al 1973 la delibera del consiglio comunale che approva il piano di lottizzazione presentato dalla società "Baia di Gairo" per i terreni in località "Capo d'Asta", lottizzazione che prevedeva la realizzazione di volumetrie per 250mila metri cubi.

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