La Nuova Sardegna

Nuoro

#AdessoBasta: per la 129 servono i lavori

di Simonetta Selloni
#AdessoBasta: per la 129 servono i lavori

Il movimento che si batte per la sicurezza della Nuoro-Macomer chiede certezza sulla rettifica delle “curve della morte”

29 dicembre 2019
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NUORO. «Vorremmo fosse chiaro che non ci stiamo al fatto che si sia instaurato una sorta di ottimismo, come se più di così non si possa fare. Ci chiediamo, e ce lo chiedono le migliaia di persone che ci hanno sostenuto: è tutto fatto? Proprio no». Giovanni Pintor è l’anima di #AdessoBasta, il movimento sorto un mese dopo la morte dei suoi fratelli, Francesco e Matteo. Uccisi dallo schianto dell’auto in cui viaggiavano, alle curve di “Marroneddu”, lungo la Statale 129 in territorio di Orotelli. Era il 25 dicembre di due anni fa, dentro quella macchina c’era anche lui. Da allora ha convertito il suo dolore in una rabbia propositiva. E se l’obiettivo iniziale era far sì che il tracciato di quelle curve venga rettificato, con il tempo l’azione di #AdessoBasta è diventata più articolata e si è spostata sulla promozione della sicurezza sulle strade. Quindicimila firme raccolte a sostegno di questa battaglia incontri – l’ultimo dei quali qualche giorno fa al Liceo Fermi –, amministratori pubblici coinvolti, una scossa forte all’opinione pubblica e l’ottenimento che i fondi, 3 milioni di euro, venissero stanziati. Allora, cosa manca?

Nulla di fatto. «Le curve sono come erano. I lavori non sono stati fatti. Ci dicono che inizieranno a primavera. Aspettiamo. Una cosa è certa: non molliamo». Con Giovanni Pintor ci sono alcuni tra gli amici più cari che investono tempo e energie per questo progetto. Austinu D’Antoni, che ha anche curato la regia di un video sul punto della situazione, nove minuti di storia raccontata a partire da quella strada insicura, una croce dopo l’altra, chilometro dopo chilometro, fino alle iniziative che questi ragazzi mettono in campo e che hanno a che fare con il linguaggio dei giovani: quindi, divertimento, musica, sport. Poi, Davide Puddu e Salvatore Podda.

Le strategie. «Il fatto è che noi vogliamo sapere con certezza chi è il nostro interlocutore. L’Anas? La strada è dell’Anas, ma ci siamo finora rapportati alla Regione, che è la massima istituzione democratica della Sardegna. E siccome questa è una battaglia di civiltà, continuiamo a riferirci alla Regione», dice Giovanni. A novembre è stato ricevuto dalla 4° Commissione consiliare che si occupa di governo del territorio, infrastrutture, mobilità. «Sono tutti con noi, anche l’assessore regionale Frongia. Tutti d’accordo. Ma ora bisogna che ci sia concretezza. E se l’interlocutore è l’Anas, ci hanno garantito che eserciteranno il pressing necessario perché questi lavori si facciano».

La tabella di marcia. «Non vogliamo fare passi indietro. Vigileremo perché i lavori si facciano, e perché i tempi siano celeri. Chiediamo di sapere quale sarà la tabella di marcia, il cronoprogramma». Nell’incontro al Liceo, era stato l’economista e prorettore dell’Università di Sassari Luca Deidda a sottolineare come il problema delle infrastrutture sia «alla base di ogni possibilità di sviluppo economico». E come lo scollamento tra tempi di progettazione, finanziamento ed esecuzione dei lavori faccia sì che si finisca con spendere male, perché troppo lentamente.

Coscienze allertate. L’incredibile lavoro compiuto da questi ragazzi nasce da un grande dolore. La perdita, per Giovanni e i suoi familiari, gli amici, di Matteo e Francesco; la capacità di convertire questo dolore in azioni propositive discende dall’intelligenza, e dalla conversione del dolore in amore: per la vita, innanzitutto, per una possibilità di sviluppo. Non è solo questione di strade: si parla di spopolamento, di creare condizioni per invogliare a restare, a investire nel territorio. «Siamo soddisfatti del fatto che il problema della sicurezza sia entrato dentro la coscienza delle persone. Che qualcosa stia cambiando anche nella consapevolezza dei ragazzi rispetto agli atteggiamenti di responsabilità in macchina. Per esempio, i dati sugli incidentalità in Sardegna indicano un aumento sulle strade dell’isola, ma una diminuzione in provincia di Nuoro, nell’ultimo anno», dice Giovanni.

I gradi di perdonabilità. Ma qui entra in campo la responsabilità di tutti. Dello Stato, dunque: «La guida responsabile è uno dei fattori, ma poi ci sono le condizioni delle strade. Allora, quella dello Stato che lascia le strade in queste condizioni è ineludibile – sottolineano ancora i ragazzi –. Nella scala di perdonabilità tra errore umano e responsabilità dello Stato, ognuno deve assumersi il suo carico».

Le tesi di laurea. La tragedia dei fratelli Pintor ha suscitato l’attenzione di tanti studenti che ne hanno fatto l’oggetto di tesi di laurea. O meglio: la condizione che ha condotto a quella tragedia è stata ed è al centro di studi e approfondimento. Giovanni si è laureato in Scienze politiche, con una tesi dal titolo: “Investimenti in infrastrutture di trasporto, dalla promozione al finanziamento. Case study: le ferrovie in Sardegna». Non ci sarebbe molto da aggiungere, in realtà.

Le statistiche. «La percentuale di incidenti e di tragedie in quella strada è destinata ad aumentare, se non ci saranno gli interventi. E semplice statistica, questa, non ci vole molto per capirlo. Eco perché vogliamo risposte».

«Chiudete la strada». Non solo. Dice Giovanni Pintor: «Se non si interverrà, se non si troveranno soluzioni efficaci, chiederemo che quella strada venga chiusa. Non serve tergiversare. Cosa deve accadere, di più? Altre vite perse?».



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