La Nuova Sardegna

Nuoro

«È stata fatta giustizia ma Romina non tornerà»

di Luca Urgu
«È stata fatta giustizia ma Romina non tornerà»

Le sorelle della vittima di femminicidio dopo la condanna di Ettore Sini Attese le motivazioni del verdetto. I legali: poi valuteremo i termini d’appello

19 gennaio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. All’indomani della sentenza che ha condannato all’ergastolo l’ex agente di polizia penitenziaria di Bono, Ettore Sini, nei corridoi del quarto piano del Tribunale, non c’è quasi nessuno. È un sabato pigro con solo qualche dipendente al lavoro. L’esatto opposto del giorno prima quando era un via vai tra avvocati, magistrati e parti offese, oltre che all’imputato e alcuni suoi familiari. Tutti a poca distanza gli uni dagli altri vivevano sensazioni e stati d’animo complessi. Per molti casi identici in una tragedia che seppure con i dovuti distinguo non ha risparmiato nessuna delle parti. Venerdì durante la lunga e complessa udienza, ma gestita davvero con grande garbo e correttezza da tutte le parti (così era stato anche in precedenza quando avevano parlato i pubblici ministeri e le parti civili) che quando dopo le 16 e 30 il gup Claudio Cozzella è uscito dalla camera di consiglio per emettere la sentenza, più che tensione c’era preoccupazione.

Le motivazioni del giudice si conosceranno tra 90 giorni come si sottolineava nel dispositivo. Dalla lettura di quelle pagine si capirà quali e quanti saranno gli spazi per appellare un verdetto che gli avvocati Lorenzo Soro e Pasquale Ramazzotti hanno sentito particolarmente severo. «Ovviamente prima di prendere delle decisioni abbiamo bisogno di leggere con attenzione le motivazioni. Quando lo faremo sapremo come e in che termini appellare la sentenza. Ora è assolutamente prematuro fare delle valutazioni. Certo il nostro percorso è stato chiaro. Noi abbiamo costruito con convinzione le nostre discussioni rimarcando l’assenza della premeditazione e dei motivi abietti. Evidentemente il giudice la pensa diversamente e non possiamo che prenderne atto e utilizzare gli strumenti che la legge ci mette a disposizione per cercare di modificare quando ne avremo l’opportunità il verdetto», ha detto l’avvocato Soro. Tra i familiari della vittima e i loro legali, pochi i commenti tutt’altro che prolissi ma misurati ed estremamente sintetici. Quando viene a mancare una persona per mano del suo ex compagno condannato al carcere a vita si può parlare solo di una tragedia collettiva e trasversale. Venerdì è stata scritta una parte della verità giudiziaria, un percorso con i suoi esiti che probabilmente si capirà solo più avanti se verrà confermato in toto o anche parzialmente riformato da altre corti. Intanto, sia i familiari di Romina Meloni e i loro legali, così come quelli di Gabriele Fois si sono detti soddisfatti del verdetto del gup di Nuoro. «Nessuno restituirà Romina alla vita, ma almeno è stata fatta giustizia con una sentenza proporzionata ai reati molto gravi commessi», è stato il commento che ha accomunato le sorelle della vittima che gli avvocati di parte civile (Pietro e Mario Pittalis, Bruno Conti e Orlando Ugone.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative