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Modolo, il progetto: le valli della malvasia sito dell’Unesco

di Alessandro Farina
Modolo, il progetto: le valli della malvasia sito dell’Unesco

MODOLO. La tavola rotonda nell’aula consiliare del Comune di Modolo martedì pomeriggio getta le basi per fare delle valli dove viene coltivato lo storico vitigno da cui nasce la Malvasia di Bosa,...

23 gennaio 2020
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MODOLO. La tavola rotonda nell’aula consiliare del Comune di Modolo martedì pomeriggio getta le basi per fare delle valli dove viene coltivato lo storico vitigno da cui nasce la Malvasia di Bosa, sito Unesco. «Un percorso – così hanno chiarito i responsabili del Consorzio volontario di tutela della Malvasia di Bosa, promotori dell’iniziativa – che sarà lungo e complesso, come è emerso anche nel corso dei numerosi interventi moderati dal sindaco Omar Hassan, in un’aula gremita di amministratori, operatori del settore vitivinicolo e del turismo, ambientalisti, alla presenza del capo di gabinetto dell’assessorato all’agricoltura della Regione Efisio Arbau.

Ad organizzare l’evento il Gal Terras de Olia, come ultimo momento di una serie di incontri di formazione-informazione per lanciare una serie di concrete azioni locali. Occasione per il presidente del Consorzio tutela Giovanni Porcu e per l’enologo Aldo Buiani per presentare il frutto del lavoro di mesi: dall’idea a quello che appare un primo trampolino di lancio. «Avevamo previsto la firma del protocollo d’intesa per l’avvio del percorso di candidatura Unesco. Abbiamo deciso di rimandarlo ad un ulteriore momento di dibattito» ha anticipato Omar Hassan.

La riunione ha svolto pienamente il suo ruolo di tavola rotonda, perchè oltre alle aspettative ampiamente legittime (per le peculiarità storiche, culturali, paesaggistiche) dei paesi della Planargia e di Bosa per la candidatura Unesco, la riunione ha rivelato anche il tessuto di ampie criticità di cui gli operatori enologici dovranno dibattere.

In una terra, sulla carta ricca di vigneti ma in pratica dalle ampie fasce non più produttive, ogni ettaro da impiantare per far crescere le aziende impone sfide tecniche e burocratiche che pesano come macigni.

Questo hanno messo in rilievo il presidente della Strada della Malvasia, Angelo Angioi ed il presidente della neonata Rete di imprese Planargia, Franco Madeddu. Mentre il sindaco di Bosa Piero Franco Casula ha chiesto di valutare anche il ruolo che la città del Temo può giocare per la presenza dell’unica specie autoctona del grifone in Italia.

«Questa è una bella occasione, direi storica, per questo territorio e la Sardegna. La Regione sarà parte integrante di questo progetto» ha assicurato nel suo intervento di chiusura Efisio Arbau. Il percorso promosso dal Consorzio di tutela della Malvasia di Bosa, con l’assenso per ora informale dei sindaci, in attesa dei passaggi nei consigli comunali, e l’appoggio di enti come il Gal e Laore, sembra insomma aver varcato la prima linea di partenza, perché le valli della Malvasia approdino alla candidatura ufficiale da parte dello Stato Italiano quale patrimonio Unesco.

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