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Google corregge le mappe di Goloritzè e Cala Luna

BAUNEI. «Ci avevano definiti come il pastorello Davide che andò a sfidare Sansone, il temibile gigante dei Filistei. Il Comune di Baunei contro il gigante Google per via delle mappe satellitari che...

22 febbraio 2020
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BAUNEI. «Ci avevano definiti come il pastorello Davide che andò a sfidare Sansone, il temibile gigante dei Filistei. Il Comune di Baunei contro il gigante Google per via delle mappe satellitari che inducevano in errore: per diversi poteva sembrare una barzelletta. Ma alla fine, come promesso da Google, ieri abbiamo verificato che le mappe sono state corrette». Il sindaco di Baunei, Salvatore Corrias (che è anche consigliere regionale del Partito democratico) è palesemente soddisfatto perché il suo centro ha finalmente ottenuto giustizia. «Thank you, Mr. Google», ha postato ieri. Il primo cittadino fa anche una breve cronistoria di quanto avvenuto a partire da inizio ottobre scorso. «Ricordate le nostre segnalazioni a Mr. Google – domanda – relative all’inesattezza delle sue mappe? Crediamo di sì, vuoi per il tam tam, vuoi perché da Mountain View, come già annunciammo, ci scrissero di essere pronti a porre rimedio agli errori. Bene, abbiamo provato sul campo l’adeguatezza delle nuove indicazioni della grande macchina mondiale e abbiamo trovato, con essa, verso Goloritzè e Cala Luna, la giusta via. Di questo, e dell’attenzione riservataci, noi ringraziamo Mr. Google. A voi non resta che venire a trovarci». Il capo dell’esecutivo comunale ricorda la forte presa di posizione del suo Comune, che a metà ottobre 2019 installò diversi cartelli lungo in sentieri per le famose cale e altre località del suo vasto territorio, con la dicitura “Non seguire le indicazioni di Google Maps” e altri segnali per indicare che tali sentieri non potevano essere percorsi a bordo di normali automezzi, come invece veniva indicato dal navigatore satellitare del “gigante” Usa. Tutto questo considerati i numerosi interventi dei vigili del fuoco del distaccamento permanente di Tortolì, per liberare normali berline o altri automezzi non 4x4, rimasti “incastrati” in qualche grande roccia, fra arbusti o sul ciglio di precipizi.

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