La Nuova Sardegna

Nuoro

Ospedale, 400 caschi e 5000 mascherine

di Valeria Gianoglio
Ospedale, 400 caschi e 5000 mascherine

Grazie a 3900 donatori e a 260mila euro raccolti online in settimana arriverà il materiale per reparti e terapia intensiva

30 marzo 2020
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NUORO. E per l’ennesima volta, l’obiettivo, persino quello più ambizioso, è stato non solo raggiunto ma anche decisamente stracciato: sino alla tarda serata di ieri, infatti, alla causa dell’ospedale San Francesco, nella raccolta fondi promossa da un gruppo di professionisti e volontari barbaricini sulla piattaforma digitale gofundme, più di 3900 donatori avevano destinato la bellezza di 260mila euro. Una vera carica di generosità pura arrivata da più parti e più direzioni: associazioni, squadre, amici di una stessa leva, pastori, semplici cittadini, ex calciatori che hanno voluto rigorosamente restare anonimi e anche tanti emigrati con la Barbagia sempre nel cuore.

E sembrano passati ben più di ventidue giorni, da quando, il 9 marzo, la campagna per raccogliere fondi da destinare all’acquisto di attrezzatura per l’emergenza era appena decollata all’indirizzo web www.gofundme.com/f/coronavirus-aiuti-ospedale-san-francesco-nuoro, e aspirava a toccare “appena” quota 50mila euro, senza sapere, in quel momento, che quel traguardo sarebbe stato oltrepassato più di quattro volte. Merito del grande lavoro, nella comunicazione e promozione dell’iniziativa, svolto con passione dall’ideatrice della raccolta, Nina Pittalis, e da un gruppo ristretto e affiatato di amici: Antonella Fancello, Roberta Sale e Giulio Murgia. Certo è che, grazie a una marea di donazioni, dalla settimana che sta cominciando all’ospedale San Francesco cominceranno ad arrivare i macchinari e i presidi sanitari che sono necessari per combattere alle migliori condizioni la guerra al coronavirus. «Dalla ditta Sanifarm di Cagliari – spiegano Nina, Antonella, Giulio e Roberta – abbiamo acquistato 400 caschi per la ventilazione non invasiva prodotti dalla Intersurgical di Mirandola (Modena): irrinunciabili nell’adeguamento dell’ospedale all’emergenza coronavirus. In Lombardia ne stanno acquistando migliaia. Si tratta di dispositivi portatili comodi e leggeri che permettono di fornire ventilazione artificiale non invasiva a pazienti con difficoltà respiratorie, non così gravi da richiedere il ricovero in terapia intensiva (in questo modo si preservano posti letto per i pazienti più gravi e si snellisce la pressione sul personale sanitario in quanto la gestione può essere interamente affidata a personale infermieristico».

E più nel dettaglio, come hanno spiegato i quattro amici ai sostenitori della raccolta fondi, grazie ai fondi raccolti finora sono riusciti ad acquistare duecento caschi per la ventilazione continua progressiva, per un costo, Iva compresa, di 45mila e 140 euro, duecento caschi Niv, la modalità non invasiva di assistenza alla ventilazione alveolare polmonare del paziente senza dover ricorrere alla tracheotomia, per un costo complessivo di 40mila e 260 euro, e poi ancora quaranta doppi flussimetri per l’erogazione dell’ossigeno che sono costati poco più di 13mila euro.

E come già non fosse abbastanza, sempre grazie ai fondi della raccolta per il San Francesco entro una settimana all’ospedale arriveranno 5000 mascherine.

«Sono nel frattempo in arrivo, dopo una snervante attesa dovuta ai tempi burocratici i quattro ventilatori polmonari da noi già acquistati – spiegano ancora Nina Pittalis, Antonella Fancello, Roberta Sale e Giulio Murgia – e poi abbiamo tenuto fede all’acquisto del più importante dei dispositivi di protezione individuale di cui ci eravamo ripromessi di dotare tutto il personale sanitario e ausiliario dell’ospedale, acquistando ben 5000 mascherine della tipologia Ffp2. Per un costo complessivo di 40mila e 870 euro, Iva compresa».

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