La Nuova Sardegna

Nuoro

Home sweet home, i Cim universi di colori e poesie

di Valeria Gianoglio
Home sweet home, i Cim universi di colori e poesie

I primi lavori per il progetto del Man rivolto agli utenti dei centri di salute mentale Gian Vincenzo Monni: «Una grande lezione da chi conosce solitudine e difficoltà»

18 aprile 2020
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NUORO. I primi disegni arrivati sono un vero trionfo di colori, insieme, sparsa qua e là, a una sottile vena di malinconia. Mentre le poesie, anche quelle scritte per l’occasione o magari frutto di lavori dei mesi passati, mostrano in pieno, tra le righe, sia le difficoltà del momento sia la fiducia, tutto sommato, nel futuro. E nella ripresa. E c’è chi scrive: “E stare distanti sarà bello quando capirai che hai salvato tuo fratello”. Parola per parola, disegno per disegno, verso per verso, sta conquistando sempre più adesioni l’ultima iniziativa lanciata dal Man diretto da Luigi Fassi, e progettata da Gian Vincenzo Monni, per coinvolgere e mantenere un contatto con una quota di pubblico del museo che spesso è alle prese con debolezze di vario genere e fragilità mentali.

Il progetto “Home sweet home”, infatti, si rivolge in particolare agli utenti dei centri di salute mentale dell’isola e del resto d’Italia, alle persone che hanno un disturbo dello spettro autistico, e in forma indiretta, dunque, anche ai loro familiari, educatori, psicologi e conoscenti. E a loro chiede di inviare al Man elaborati, disegni, poesie, che in qualche modo siano ispirati a questo periodo di quarantena e di isolamento. «In un periodo che rende difficili i rapporti interpersonali – spiega, anche via Facebook, il curatore del progetto, Gian Vincenzo Monni – in un periodo che limita i contatti umani e vieta le aggregazioni, chiediamo a tutti gli artisti dei Centri di salute mentale della Sardegna e d’Italia, di darci una mano: voi che sapete guardare oltre le cose, aiutateci a vedere il mondo con altre prospettive, ad affrontare e superare le paure e i momenti difficili, a vincere la solitudine e l’incertezza. Fatelo con le vostre parole, i vostri disegni, le vostre foto. Fate che il mondo abbia un nuovo pensiero». «Dopo che il direttore Luigi Fassi ci ha chiesto di pensare a qualche progetto per tenere il contatto tra il Man e i suoi fruitori ho pensato di coinvolgere chi, in fondo, per varie ragioni, è abituato dalla vita a stare da solo, o a vivere comunque la solitudine e le distanze – spiega, ancora Gian Vincenzo Monni, che da anni al Man oltre a seguire diversi corsi e laboratori, spesso propone al pubblico le sue “conversazioni” sulle mostre del museo – anche in questa occasione, dunque, sono queste persone che ci aiutano, e non noi, perché sono più abituate di noi anche a fare i conti con la difficoltà di avere contatti umani. Così ho lanciato il progetto e lo rivolgo a ognuna di queste persone, ma anche alle persone con autismo, o agli utenti dei centri di salute mentale magari attraverso le loro famiglie, gli educatori, gli psicologi. Sono persone con le quali spesso già in passato abbiamo organizzato iniziative e laboratori. Mandateci le vostre opere, disegni, poesie, scritti. Per ora mandateci le foto dei lavori, inviateci via mail a gianvincenzo@museoman.it le opere fatte in questo periodo o non solo. Più in là probabilmente le esporremo tutte e ci sarà un riconoscimento. Finora nei lavori arrivati si percepisce una capacità speciale di leggere la vita. Tutti contengono una molteplicità di sensazioni, ma quella preminente è la speranza». “Io voglio esistere – scrive uno dei partecipanti – voglio essere, voglio provare la felicità! Voglio provare l’ebbrezza di essere felici”.

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