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Nuoro

Internet, la fibra ottica resta ancora una chimera

di Alessandra Porcu
Internet, la fibra ottica resta ancora una chimera

Da Birori a Borore e Bortigali: i cantieri sulla banda larga sono fermi al palo Cadeddu: «Soprattutto adesso si creano paesi e cittadini di serie A e di serie B»

18 aprile 2020
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BIRORI. A Bortigali, Dualchi e Noragugume la rete a banda larga è stata realizzata e collaudata da quasi due anni. A Bolotana, i lavori iniziati pochi mesi fa sono stati interrotti a causa della pandemia. Spostandosi di qualche decina di chilometri lo scenario diventa ancor più desolante, se si pensa che a Borore il cantiere non è mai stato aperto. Insomma, fatti i dovuti distinguo, esiste però un comune denominatore: la fibra ottica in buona parte del Marghine rimane una chimera. «Inaccettabile – tuona il primo cittadino di Birori Silvia Cadeddu –. Anche nel mio paese l’opera è stata completata da diverso tempo, ma serve a poco se non viene illuminata. È ferma al palo. Inutilizzabile. Per questo io e i colleghi amministratori del territorio abbiamo deciso di far sentire la nostra voce. Chiediamo che, nel più breve tempo possibile, la banda larga venga accesa ovunque. Adesso più che mai è necessaria. I cittadini reclusi in casa per via del coronavirus devono poter essere messi nelle condizioni di lavorare in smart working. Alcuni medici di famiglia si trovano impossibilitati a prescrivere le ricette online. E poi ci sono gli studenti. Bisogna garantire loro –, sottolinea Cadeddu –, la didattica a distanza. Gli operatori di telecomunicazioni devono dare avvio al processo di accensione della fibra ottica. Non si può più rimandare». Nel frattempo si stanno adottando dei provvedimenti per andare incontro alle esigenze della popolazione. E i sindaci plaudono, ad esempio, all’iniziativa messa in campo dal Ministero dell’Istruzione per fornire agli studenti tablet, pc e altri dispositivi. Utile, senza dubbio, ma inefficace se la connessione internet è assente. «Come si può pretendere – incalza il sindaco di Birori –, che i nostri ragazzi seguano agevolmente le lezioni online e che scarichino i compiti da inviare successivamente ai loro docenti per le correzioni se non possono accedere alle app e alle piattaforme web? La verità è che, a conti fatti, qui si stanno minando le basi di due diritti fondamentali: quello al lavoro e quello allo studio. Così facendo – sottolinea Silvia Cadeddu –, si creeranno paesi di serie A e paesi di serie B. Cittadini di serie A e cittadini di serie B. Non possiamo permettere che accada. Dobbiamo impedire a ogni costo il verificarsi del divario sociale. Lo Stato intervenga quanto prima per fornire a tutti, nessuno escluso, gli strumenti indispensabili per sopravvivere nell’era digitale. Nell’agosto del 2019 – conclude il sindaco di Birori –, il gruppo dei Riformatori aveva presentato in consiglio regionale una mozione sul digital divide. Venne approvata all’unanimità. Nonostante questo, nel Marghine nulla è cambiato. La gran parte dei Comuni continua a essere penalizzata».

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