La Nuova Sardegna

Nuoro

Addio a “mastru Berria” educatore colto e gentile

Addio a “mastru Berria” educatore colto e gentile

Storico insegnante di Orune, vittima del coronavirus, è morto al San Francesco Aveva 84 anni. È la terza vittima tra gli ospiti della Casa di riposo di Bitti

21 aprile 2020
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NUORO. È morto a 84 anni, una vita spesa per la famiglia e per la scuola. Giovanni, noto Gianni Berria, per tutti mastru Berria, non ce l’ha fatta. Orunese, insegnante elementare in pensione, molto conosciuto in tutte le Barbagie come pure nelle Baronie, sembrava che stesse per superare la grande prova con il coronavirus contratto nella casa di riposo di Bitti, invece ieri mattina alle 5 è deceduto nell’ospedale San Francesco, dove era stato ricoverato nelle scorse settimane per diverse complicanze. È la terza vittima della Casa di riposo di Bitti, dove era ospite da qualche anno. Da sempre impegnato nella promozione della cultura a tutto tondo, oltre che nel continuo e costante lavoro per valorizzare la sua amata Orune, mastru Berria lascia così un vuoto incolmabile. Numerosi gli attestati di cordoglio espressi ai familiari attraverso i social, in particolar modo attraverso il gruppo fb “Ammentos de Orune”.

«Lo ricordo con grande stima e domani (oggi, ndc) celebro la messa per lui – ha scritto su Facebook monsignor Ignazio Sanna –, pregando il Signore della vita e della morte, perché lo accolga tra le braccia della sua misericordia e dia il conforto della fede nel Cristo risorto alla sua moglie e ai suoi cari». Presidente della pontificia Accademia di teologia a Roma, il prelato orunese sottolina che «quando sono venuto a Orune per celebrare la messa da arcivescovo di Oristano mi accolse con un indirizzo di saluto che conservo gelosamente». Toccanti i versi di una poesia scritta (su Facebook) da Paolo Berria, nipote del maestro: «Trista arribbada m’est òje sa noba, / nos hat lassau su frade ’e babbu, Gianni. / A solu prango, su coro si mi cannit, / mannu est su dolore in custa prova. / Sa pesta l’hat crumpìa sa balentia, / truncau hat sa bida de un’òmine bonu, / unu mastru, pro nois unu donu, / e de tantos iscolanos una ghia. / Cufforma su dolore, sa passènzia, / m’accunnorto commo ammentandèlu. / Sos ànzelos l’han a dare accullènzia, / nois l’hamus a connòschere in su chelu».

«È un dolore personale per me perché l’ho avuto amico da sempre – ha invece scritto Sebastiano Mariani, orunese, ex bancario e scrittore – e la sua cultura, la sua gentilezza, la sua saggezza mi sono stati di esempio in tutta la mia giovinezza. Come me credo che ad Orune tantissimi lo ricordino e lo rimpiangano con stima e affetto. Nel mio libro lo cito come uno dei pionieri dell’istruzione dei nostri pastori e le immagini del tempo che ci sono pervenute sono di grande suggestione. Amava il suo paese come pochi».

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