Crisi edilizia, ora la Cisl fa appello alla Regione
di Lamberto Cugudda
Il segretario Filca Maurizio Piras: «Subito una videoconferenza tra le parti» Tra le opere stradali da completare urgentemente le statali 125 e 389
30 aprile 2020
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TORTOLÌ. «Da anni il comparto delle costruzioni e dell’indotto in Ogliastra vive una situazione di crisi veramente difficile, che si è ulteriormente aggravata in questo periodo di emergenza sanitaria, con tutte le preoccupazioni dal punto di vista economico e sociale». A sostenerlo è il responsabile della Filca-Cisl territorio Ogliastra, Maurizio Piras. Nonostante questo, per il sindacato di categoria «con il completamento delle strade statali 125-Orientale sarda (per Cagliari) e della 389 (per Nuoro), oltre alla strada provinciale 27 Villagrande-Tortolì , e la ripartenza del Suape (Sportello unico per le attività produttive e per l'edilizia) di Tortolì, ci sono valide possibilità di rilancio del settore edile in Ogliastra». Piras precisa che per rilanciare il settore delle costruzioni, dalla Regione deve arrivare «un piano straordinario di interventi, di manutenzione ordinaria e straordinaria ma soprattutto un rilancio delle opere infrastrutturali del territorio, ferme da troppo tempo, come le tre sopracitate arterie».
Il sindacalista ricorda che nei mesi scorsi era stato avviato un tavolo tecnico regionale sulle infrastrutture. Una volta cessata l’emergenza, chiede che su queste opere le parti sociali regionali di categoria Filca-Cisl, Fillea-Cgil e Feneal-Uil possano urgentemente essere convocate (conferenze online) insieme con la direzione Anas Sardegna e la Provincia, dall’assessorato isolano ai Lavori pubblici per fare il punto della situazione, in relazione alle nuove opere.
«In questo tempo di forti indecisioni – fa rilevare Piras – servono due fattori: riaprire i cantieri e lavorare in sicurezza; “tempi certi” per sbloccare le opere pubbliche e private. A questo aggiungiamo un tassello importante, legato soprattutto al rilancio dell’edilizia privata che gravita intorno all’ufficio Suape gestito dal Comune di Tortolì. Da troppo tempo l’attività di questo ufficio è paralizzata e si registra un ritardo inaccettabile nell’iter di espletamento delle pratiche». La Filca chiede al Comune e alla Regione la convocazione di un incontro urgente per valutare quanti progetti sono ancora fermi, quali sono gli interventi immediati che si vogliono adottare per ripristinare l’operatività del Suape e garantire alle imprese e ai lavoratori valide prospettive.
«Dallo sblocco di queste pratiche edilizie – conclude – potrebbero essere avviati al lavoro tra i 500-600 lavoratori in pochi mesi, togliendoli dalle liste della cig, reddito di cittadinanza e Naspi, che vede coinvolti più del 80 per cento degli edili».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il sindacalista ricorda che nei mesi scorsi era stato avviato un tavolo tecnico regionale sulle infrastrutture. Una volta cessata l’emergenza, chiede che su queste opere le parti sociali regionali di categoria Filca-Cisl, Fillea-Cgil e Feneal-Uil possano urgentemente essere convocate (conferenze online) insieme con la direzione Anas Sardegna e la Provincia, dall’assessorato isolano ai Lavori pubblici per fare il punto della situazione, in relazione alle nuove opere.
«In questo tempo di forti indecisioni – fa rilevare Piras – servono due fattori: riaprire i cantieri e lavorare in sicurezza; “tempi certi” per sbloccare le opere pubbliche e private. A questo aggiungiamo un tassello importante, legato soprattutto al rilancio dell’edilizia privata che gravita intorno all’ufficio Suape gestito dal Comune di Tortolì. Da troppo tempo l’attività di questo ufficio è paralizzata e si registra un ritardo inaccettabile nell’iter di espletamento delle pratiche». La Filca chiede al Comune e alla Regione la convocazione di un incontro urgente per valutare quanti progetti sono ancora fermi, quali sono gli interventi immediati che si vogliono adottare per ripristinare l’operatività del Suape e garantire alle imprese e ai lavoratori valide prospettive.
«Dallo sblocco di queste pratiche edilizie – conclude – potrebbero essere avviati al lavoro tra i 500-600 lavoratori in pochi mesi, togliendoli dalle liste della cig, reddito di cittadinanza e Naspi, che vede coinvolti più del 80 per cento degli edili».
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