La Nuova Sardegna

Nuoro

«Mi ha pestato, gli ho dato un rosario»

di Lamberto Cugudda
«Mi ha pestato, gli ho dato un rosario»

Il drammatico racconto di don Vincenzo Pirarba, 77 anni. La risposta del bandito: «Potrei tornare a restituirle tutto»

09 maggio 2020
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TORTOLÌ. «Quando aveva già preso i 400 euro dal mio portafoglio, dopo avermi stappato la catenina e il crocefisso d’argento, gli ho dato un rosario, dicendogli che poteva aiutarlo a redimersi. Lo ha preso e mi ha detto: “non è detto che non torni a ridarle tutto”, ed è andato via. Ha parlato con un accento sardo». Dal letto dell’ospedale Nostra Signore della Mercede, di Lanusei, nel reparto Medicina, dove è ricoverato in osservazione, dopo essere stato brutalmente pestato e rapinato nella sua villetta in via Parini, nella zona di San Gemiliano, a 150 metri dal mare, don Vincenzo Pirarba, parroco di Talana, da poco meno di quattro anni (dopo esserlo stato per 34 anni ad Arzana) racconta il brutto quarto d’ora che ha passato intorno alle 22.30 di giovedì. Le botte prese dal rapinatore – un altro è andato via, ma dopo avergli dato una forte spinta, quasi sicuramente a fare da palo, poco dopo che il parroco aveva aperto il cancello in ferro, un po’ difettoso, con il telecomando – hanno causato a don Pirarba, che il 27 luglio compirà 78 anni, la rottura del setto nasale e la frattura di due costole, oltre ad altre ecchimosi. «Ero in casa da un po’ a San Gemiliano – racconta il sacerdote – e dopo avere parcheggiato la mia Alfa 147 all’interno, mi stavo rilassando. A giorni sto a Talana, mentre altre volte vengo qui a Tortolì. All’improvviso qualcuno ha suonato al citofono. Ho chiesto chi fosse e uno mi ha detto che un loro pallone era finito nel mio cortile. Non è la prima volta che questo accade con dei bambini che giocano in questa zona. Ho preso il telecomando e mi sono avvicinato di qualche metro verso il cancello, che non sempre funziona bene. Ho visto una persona, con la mascherina di colore bianco sul viso che entrava dentro e poco dopo, come dal nulla, un altro è comparso, dandomi una forte spinta. Sono stato preso di sorpresa e sono caduto. E mentre uno è andato via, con l’altro, siamo rotolati in terra, nel terrazzino vicino all’ingresso. Penso che il tutto sia durato alcuni minuti. Poi ho visto il sangue che perdevo e un po’ mi sono fermato». Pesto e sanguinante, colpito mentre era a terra, al parroco è stato preso il portafoglio con i 400 euro, un crocefisso d’argento e una collana. Dopo avere frugato un po’, l’aggressore, che aveva chiesto, con chiaro accento sardo, dove tenesse i soldi, dopo avere ricevuto il rosario da don Pirarba, è andato via. Stranamente non ha portato via il cellulare all’aggredito, che ha potuto così dare l’allarme ai carabinieri e al 118. Nella via Parini, non asfaltata, dove vi sono diverse villette, nessuno ha visto e sentito nulla. Nella stessa via e in tutte quelle confinanti, sono giunti i carabinieri, che hanno iniziato le indagini per cercare di risalire all’aggressore e al complice che faceva da palo. Don Pirarba è stato trasportato, con un’autoambulanza del 118 nell’ospedale Nostra Signora della Mercede, dove è stato ricoverato nel reparto di Medicina. Le sue condizioni non sono gravi. I carabinieri della compagnia Lanusei, in collaborazione con il Reparto operativo di Nuoro, confidano nelle immagini delle riprese delle telecamere presenti nella casa del sacerdote e nelle altre villette vicine in via Parini. I filmati potrebbero aiutare i militari dell’Arma per giungere all’identificazione dei malviventi. Nel tardo pomeriggio di ieri il parroco talanese doveva essere sentito di nuovo dagli investigatori dell’Arma. Quello che emerge dalla brutale aggressione con rapina è che il sacerdote doveva essere “sotto osservazione” da qualche tempo. E che i malviventi hanno agito in un orario in cui tutti sono dentro casa a guardare la televisione.

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