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Nuoro, scagionò l’allenatore accusato di violenza: condannata per falso

di Kety Sanna
Nuoro, scagionò l’allenatore accusato di violenza: condannata per falso

Un anno a giocatrice dell’Hac teste al processo di Deiana. Le sua deposizione opposta a quella della parte offesa

21 maggio 2020
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NUORO. Condanna a un anno per Sofia Belardinelli, giocatrice di pallamano, chiamata a rispondere davanti al gup Claudio Cozzella, di falsa testimonianza. Secondo il pm Giorgio Bocciarelli, l’imputata italo-argentina, deponendo come teste nel corso del processo a carico dell’allenatore della Handclub di Nuoro, per violenza sessuale su minore, poi dichiarato colpevole dal Tribunale e condannato a due anni di reclusione, aveva affermato il falso su ciò che sapeva intorno ai fatti sui quali era interrogata.

Nel corso dell’udienza del 21 giugno 2016, Belardinelli (difesa dall’avvocato Antonella Chirigoni del foro di Sassari e giudicata con rito abbreviato), infatti, aveva dichiarato di essersi recata dopo cena nella stanza dell’allenatore per vedere la partita appena disputata a Teramo. Aveva detto di aver trovato la porta aperta e Deiana solo e, mentre rivedevano il video si era aggiunta anche Irina Baciu a guardava la partita con loro. Quindi, dopo un po’ lei e la Baciu dopo aver salutato l’allenatore erano andate a dormire insieme. Il tutto in netto contrasto con le risultanze del dibattimento e in particolare con quanto dichiarato dalla persona offesa: Irina Baciu che secondo la Belardinelli sarebbe entrata nella stanza dell’allenatore solo in un secondo momento, e mai si sarebbe trattenuta in camera. Testimonianza che non collimava con quella data dall’altra atleta che, invece, aveva dichiarato di essersi trovata da sola nella stanza di Deiana, di aver subito da lui molestie, e solo dopo l’arrivo di altre atlete di aver approfittato per andare via insieme a loro. Ieri nell’aula al quarto piano del palazzo di giustizia si è tenuta la discussione. Il pm ha sottolineato come l’imputata, nonostante abbia sempre sostenuto di non avere alcun interesse a testimoniare a favore di Deiana, si era invece preoccupata anche di trovare dei testi che potessero deporre al processo.

«Non solo la Belardinelli ha detto il falso – ha rimarcato Bocciarelli – ma si è interessata per costruire quella che era la difesa per Deiana, andando a cercare dei testimoni». Il pm in chiusura ha chiesto per la giocatrice un anno e 4 mesi con lo sconto della pena.

Di parere opposto la difesa che riportando le dichiarazioni dell’imputata e della parte offesa del processo Deiana, ha sottolineato come la Belardinelli pur essendo allora teste della difesa, aveva da subito assunto un ruolo già in querela, nonostante non fosse mai stata sentita a sommarie informazioni. Era stata sentita solo tre anni dopo in aula, e poi considerata inattendibile a confronto con le dichiarazioni fornite dalla persona offesa di quel dibattimento. «Perchè la Belardinelli avrebbe dovuto mentire? Lei da tempo è lontana dalla Sardegna e non ha alcuno rapporto con Deiana. Era arrivata a Nuoro perché sognava di giocare a pallamano, e la trasferta di Teramo rappresentava per lei la prima partita di campionato in Italia. Il ricordo nitido di quella sera – ha aggiunto la difesa – era legato al fatto che per lei era una novità: guardare le partite dopo cena nella stanza dell’allenatore o nella hall dell’albergo. Ha sempre detto di essersi trovata in camera con la Baciu quella sera, e di essere andata via insieme a lei intorno alle 23. La Berardinelli ha riportato i fatti secondo la percezione che aveva avuto» ha concluso l’avvocato Chirigoni, chiedendo per l’assistita l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Mezz’ora dopo la sentenza. La difesa ha già annunciato il ricorso in Appello.

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