La Nuova Sardegna

Nuoro

Danneggiata l’auto del presidente di Ambiente Planargia

di Giulia Serra
Danneggiata l’auto del presidente di Ambiente Planargia

Magomadas, il comitato si oppone ai fanghi della Geco Sull’impianto indaga la Procura, la ditta chiede spiegazioni

10 giugno 2020
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MAGOMADAS. Due ruote squarciate con una lama. È quanto avvenuto sabato scorso ai danni dell'automobile di Francesco Sechi, presidente di Ambiente Planargia, il comitato locale che ha intrapreso una battaglia civica per denunciare il disagio causato dall'attività di recupero dei fanghi pugliesi, attività portata avanti dalla Geco srl. Sechi ha presentato denuncia contro ignoti. L'episodio sembra appesantire il clima di tensione che si respira da mesi, con la frattura aperta dalla presenza dell'impianto di trattamento dei fanghi da depurazione. La vicenda si sta sviluppando su vari versanti: quello giudiziario, con un’inchiesta della Procura della Repubblica di Oristano, e quello amministrativo, con il settore Ambiente della Provincia di Oristano che ha autorizzato l’avvio dell’attività della Geco, e al quale il comune di Magomadas ha inviato una diffida. È poi seguito il ricorso al Tar presentato dal Consorzio per la tutela della Malvasia di Bosa, contro la presenza dell’impianto di lavorazione dei fanghi della ditta, i cui titolari sono Bonifacio Angius e Leonardo Galleri.

Ieri, la Geco ha reso noto di aver inviato una lettera alla Procura della Repubblica di Oristano «per chiedere riscontro su alcuni incontri tra un ispettore della Forestale, su incarico della Procura, e i cittadini che lo desiderano per ascoltare i loro pareri personali sull’azienda Geco».

Sul punto, il management di Geco sottolinea di aver «appreso queste notizie da messaggi inviati ai consiglieri da Emanuele Cauli, sindaco di Magomadas, e da alcuni post pubblicati su Facebook, secondo i quali l’amministrazione locale ha destinato una stanza del Comune per tali incontri. Nella lettera – scrive la società – l’azienda chiede la possibilità alla Procura di Oristano di verificare la veridicità dei messaggi pervenuti e, nel caso di conferma, di capire l’opportunità di un’iniziativa di tal genere». L'azienda ha chiesto spiegazioni al Procuratore Ezio Domenico Basso di quella che definisce una «quanto mai anomala modalità di audizione di cittadini, una sorta di “ufficio reclami” organizzato direttamente nei locali del Comune di Magomadas». Interpellato, il procuratore Basso ha confermato di aver ricevuto la nota della Geco ma di non dover rendere spiegazioni sulla conduzione dell’indagine.

La società, le cui attività sono contestate dai cittadini per le ripercussioni sulla qualità della vita di chi risiede nella zona, ha manifestato il proprio disappunto per la modalità di gestione dell'inchiesta: «siamo convinti che le indagini debbano essere portate avanti, ma che le stesse debbano coinvolgere tutte le parti in causa, quindi anche la nostra azienda». La Geco punta l’indice sul comitato civico locale «e sugli altri soggetti» che avevano sollevato presunte violazioni normative da parte della società: la Provincia le aveva respinte, ritenendo non ci fossero ragioni per annullare in autotutela le autorizzazioni già concesse. Critiche anche al sindaco Emanuele Cauli, reo di aver deciso insieme alla sua giunta di impugnare la decisione della Provincia di fronte alla presidenza del Consiglio dei Ministri, incassando poi un nulla di fatto». Su questo passaggio è lo stesso sindaco a rispondere: «il ricorso al Consiglio dei ministri è solo una piccolissima parte dei servizi richiesti allo studio legale, che invece sta procedendo utilizzando ben altri strumenti per tutelare gli interessi dell'ente e di tutta la cittadinanza».

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