La Nuova Sardegna

Nuoro

Prete rapinato, fermato il 18enne

di Lamberto Cugudda
Prete rapinato, fermato il 18enne

Emilio Derosas, di Orosei, era in fuga a Cagliari: tradito dai social, è stato bloccato dai carabinieri

11 giugno 2020
3 MINUTI DI LETTURA





TORTOLÌ. Compirà 19 anni il primo settembre, Emilio Derosas, disoccupato, di Orosei, il presunto autore della brutale aggressione e della rapina compiuta alle 22.15 del 7 maggio ai danni del parroco di Talana, don Vincenzo Pirarba, 77 anni, che si trovava nella sua villetta a San Gemiliano. Intorno alle 12.30 di martedì, a Cagliari, nelle vicinanze di una pizzeria nel quartiere Is Mirrionis, i carabinieri della compagnia di Lanusei (guidati dal capitano Giuseppe De Lisa), insieme ai loro colleghi della compagnia di Cagliari, hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti del 18enne dalla Procura della Repubblica di Lanusei nella persona del sostituto procuratore Gualtiero Battisti. Il giovane, si è reso conto di essere “controllato” e ha cercato di scappare, nascondendosi in un cortile, ma è stato bloccato e trasferito nel carcere di Uta. Dovrà rispondere di rapina pluriaggravata in concorso e lesioni personali dolose gravi. Il fermo si è reso possibile e necessario per l’importante carico di indizi emerso nei confronti del presunto aggressore-rapinatore. Si avevano fondati elementi per ritenere che il disoccupato avesse intenzione di fuggire, recandosi in Spagna, dove ha abitato per alcuni anni. Nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri mattina nella sala udienze del tribunale di Lanusei, alla presenza del procuratore Biagio Mazzeo, del sostituto Gualtiero Battisti, e del comandante della compagnia dei carabinieri di Lanusei, Giuseppe De Lisa, è stato detto che, il giovane finito a Uta avrebbe già ammesso delle responsabilità, sostenendo che i soldi gli sarebbero dovuti servire per emigrare di nuovo. Le indagini proseguono per l’individuazione del palo e di altri eventuali complici. Derosas, che secondo gli investigatori da circa un mese stava in casa di una zia che abita vicino alla villetta del sacerdote, nella via Parini, si era reso irreperibile dal giorno successivo al fatto criminoso. La zia del giovane, che gli aveva fornito ospitalità, e nei cui confronti si è svolta la perquisizione domiciliare la scorsa settimana – è stato ritrovato un borsello portaviatico con oggetti sacri, un cofanetto e altro, rapinati al parroco – è stata invece iscritta nel registro degli indagati, per favoreggiamento personale, in quanto nei giorni successivi al fatto, aveva negato che il nipote si fosse trovato a Tortolì, e nella sua casa, nel giorno del reato. Mazzeo e Battisti hanno ringraziato il capitano De Lisa per il grande lavoro svolto dai suoi uomini (compresa la stazione di Tortolì guidata dal maresciallo Marcello Cangelosi). È anche emerso che nella colluttazione, mentre era a terra don Pirbarba era riuscito a togliere la mascherina dal volto del giovane, riconoscendolo poi fra varie foto fategli visionare. In conferenza stampa, dopo avere ricordato che le indagini sono state inquadrate nel mondo della tossicodipendenza, è stato spiegato che l’analisi di molteplici impianti di videosorveglianza, ha permesso di ricostruire i movimenti del presunto rapinatore. Da un filmato, dopo le 22.30 del 7 maggio, si vede una persona, vestita a più strati, uscire da casa del parroco, con una busta della spesa in mano. E dopo essere andato in una piazzola sterrata non molto distante, tolti alcuni capi, ricompare con la stessa busta in mano dirigersi in direzione di un’abitazione vicina a quella del sacerdote. Mazzeo e Battisti hanno sottolineato che negli indumenti ritrovati vi erano numerosi peli di gatto. Un particolare non di poco conto, visto che nella casa della zia vi sono diversi gatti. Già nelle prime ore della mattina dell’8 maggio, i carabinieri erano sulle tracce del 18enne, il cui telefono era stato messo sotto osservazione. I militari hanno scoperto che il giovane si stava muovendo per Cagliari dove hanno continuato a seguirne gli spostamenti fino a alle 12.30 di martedì, quando è stato bloccato. Ad aiutare gli investigatori, il continuo controllo sui social, anche degli amici di Derosas, fino a quando hanno “scovato” una foto dove il 18enne compariva nei pressi di una pizzeria a Is Mirrionis.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Politica

Sanità, liste d’attesa troppo lunghe La Regione: «Faremo interventi strutturali»

Le nostre iniziative