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Nuoro

Rapina a don Pirarba, a Tortolì ore contate per il “palo”

Lamberto Cugudda
Rapina a don Pirarba, a Tortolì ore contate per il “palo”

Gli inquirenti avrebbero identificato i due complici del giovane fermato

13 giugno 2020
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TORTOLÌ. È programmata per oggi (in streaming) l’udienza di convalida per il fermo di indiziato di delitto emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Lanusei, Gualtiero Battisti nei confronti di Emilio Derosas, 18 anni, di Orosei, (difeso d’ufficio dall’avvocato Giovanni Campus del Foro di Cagliari) presunto autore del pestaggio e della rapina ai danni del parroco di Talana, don Vincenzo Pirarba, 77 anni. Il giovane disoccupato è stato fermato dai carabinieri a Cagliari, intorno alle 12.30 di martedì, nei pressi di una pizzeria che frequentava. È stato trasferito nel carcere di Uta. A indirizzare i militari una foto sui social che ritraeva il giovane vicino all’entrata della pizzeria nel quartiere Is Mirrionis. L’accusa nei suoi confronti, come precisato nella conferenza stampa tenuta mercoledì dal procuratore Biagio Mazzeo, dal sostituto Gualtiero Battisti e dal capitano di carabinieri Giuseppe De Lisa, è quella di rapina pluriaggravata e di lesioni personali dolose gravi, che può portare a una condanna dai 7 ai 20 anni.

Nei prossimi giorni il Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Cagliari darà inizio a operazioni intese alla ricerca di tracce biologiche e di impronte digitali sui molti reperti trovati e sequestrati nei giorni scorsi. Proseguono senza sosta le indagini per individuare eventuali complici. Un 19enne residente a Tortolì, è stato iscritto nel registro degli indagati. Non vi sono conferme su un altro giovane che potrebbe essere indagato. Il riferimento è al presunto palo che aveva suonato al campanello della villetta in via Parini di don Pirarba, alle 22.15 del 7 maggio, chiedendo di potere recuperare un pallone finito nel suo cortile, e a un possibile altro complice che potrebbe essere stato nella zona. Una volta che l’aggressore aveva messo a segno la rapina, i due si sarebbero potuti allontanare dalla zona di via Parini (a san Gemiliano, a 150 metri dal mare) raggiungendo la spiaggia e proseguendo a piedi sulla sabbia, o spingendo le biciclette, fino alla zona del Basaura, in prossimità della pista aeroportuale. E da lì fare rientro a Tortolì.

Anche la zia di Derosas è stata iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento personale: per gli inquirenti gli aveva fornito ospitalità nella sua casa, vicina a quella del sacerdote, negando ai militari che nella serata del 7 maggio il nipote fosse stato lì.

Ieri il sindaco di Tortolì, Massimo Cannas, ha ringraziato la Procura di Lanusei e i carabinieri per l'importante operazione «che ha portato in poco tempo all'identificazione del presunto autore dell’aggressione» ai danni di don Pirarba. «Un episodio – ha rimarcato Cannas – che per la sua gravita, ha scosso la nostra comunità, dove mai era accaduto prima un atto del genere e per il quale esprimiamo ancora una volta ferma condanna».

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