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Nuoro

Rapina a Don Pirarba: il giovane resta in carcere

La casa di Don Pirarba a Tortolì
La casa di Don Pirarba a Tortolì

Anche il gip di Lanusei conferma la misura retrittiva nei confronti di Derosas

27 giugno 2020
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TORTOLI'. In seguito ai fermo disposto dalla Procura della Repubblica di Lanusei nei confronti del giovane Emilio Derosas, accusato della rapina al sacerdote don Pirarba del 7 maggio scorso a Tortolì, convalidato il 12 giugno 2020 dal Gip presso il Tribunale di Cagliari, la misura cautelare disposta da quest’ultimo giudice in data 25 giugno è stata confermata dal Gip presso il Tribunale di Lanusei (come prescritto dal codice di procedura penale per le misure emesse da giudice territorialmente incompetente, che aveva provveduto in quanto il fermo era stato eseguito in Cagliari per fatti commessi nel territorio ogliastrino).

Derosas, pertanto, resta in carcere, nella Casa Circondariale di Uta, in quanto, anche secondo il Tribunale di Lanusei, sussistono a suo carico gravi indizi di colpevolezza e il pericolo di reiterazione del reato, unitamente al pericolo di fuga. Intanto non si sono mai interrotte le indagini finalizzate alla ricerca del complice o dei complici. Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Lanusei, su ordine della Procura, hanno sequestrato i telefoni cellulari di alcuni giovani, nel cui giro – da localizzare nel territorio di Tortolì – si ritiene possa individuarsi il complice che avrebbe suonato al citofono della vittima, inducendo Don Pirarba ad aprire a il portone Derosas.

Nei prossimi giorni questi telefoni verranno consegnati alla Tenenza della Guardia di Finanza di Arbatax, la quale avrà l'incarico – attraverso il proprio personale tecnico specializzato in “digital forensics” – di acquisire i dati in essi presenti, allo specifico scopo di ricercare elementi di prova che consentano di “stringere il cerchio” sui responsabili dellal' rapina dello scorso 7 maggio.

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