La Nuova Sardegna

NUORO. Secondo i consulenti nominati dalla Procura (Vindice Mingioni e Anna Maria Fulghesu), la morte del feto era stata dettata da cause naturali e non prevedibili, e le terapie dei sanitari che ebbero in cura la mamma, erano state praticate correttamente. Il gip del tribunale di Nuoro ha archiviato l’indagine per omicidio colposo a carico di tre medici del San Francesco, iscritti nel registro degli indagati per accertare eventuali responsabilità in merito alla morte in grembo del feto di una donna di un centro del Nuorese, giunta al nono mese di gravidanza. La donna, già madre di due figli e in attesa del terzo, a fine agosto di un anno fa, aveva partorito una bimba già morta. La paziente nell’ultimo periodo aveva effettuato diversi controlli che non avevano evidenziato alcun tipo di problema. Tutto procedeva per il meglio: tracciati, controllo pressorio, liquido amniotico e battito cardiaco del feto erano regolari. La donna si era presenta il 31 agosto come programmato, per un ulteriore controllo, al termine delle 41 settimane ma durante l’esame nell’ambulatorio di cardiotocografia, il responso drammatico: il tracciato, ripetuto più volte, aveva rilevato la completa assenza del battito cardiaco fetale. I familiari avevano presentato denuncia alla procura della Repubblica, per chiarire la vicenda. Assistiti dall’avvocato Sebastiana Buffoni avevano nominato come perito di parte Roberto Demontis. I tre medici indagati, difesi dagli avvocati Francesco Lai ed Emilia Fois, avevano nominato come consulente tecnico Antonio Nieddu.

ll pm Ireno Satta alla luce degli esiti della consulenza, finalizzata ad accertare l’epoca e le cause della morte del feto, l’assistenza sanitaria prestata alla gestante ed eventuali profili di responsabilità professionale, ha quindi chiesto l’archiviazione del fascicolo. (k.s.)