La Nuova Sardegna

Nuoro

Corrias: «Noi in regola, altri no»

di Paolo Merlini
Corrias: «Noi in regola, altri no»

Il sindaco di Baunei sul caso di Cala Mariolu: «Il nostro pontile è collaudato, uno dei pochi nell’isola»

25 luglio 2020
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BAUNEI. «Non capisco perché ci sia tanto accanimento verso il pontile di Cala Mariolu quando è uno dei pochi collaudati in Sardegna», dice il sindaco Salvatore Corrias, che all’indomani della riapertura al pubblico di una delle spiagge più belle dell’isola accetta di parlare della polemica balneare, è proprio il caso di dirlo, che ha tenuto banco negli ultimi giorni.

Cominciamo dal conflitto istituzionale con la Capitaneria di porto di Olbia.

«Io parlerei di dialogo più che di conflitto, almeno per quanto mi riguarda. Noi seguiamo con coerenza le linee delle pratiche amministrative, non abbiamo cercato scorciatoie. Ci siamo attenuti in maniera coerente e lineare al dettato in materia di collaudo, e dunque di sicurezza, e di conformità».

Resta il fatto che l’autorizzazione all’uso del pontile concessa dal servizio demanio della Regione è provvisoria.

«L’iter di questa vicenda è un po’ più complesso. Il collaudo lo dovevamo fare già nell’autunno scorso, ma la tramontana prima e il Covid dopo non ce l’hanno consentito. Allora, di concerto con la capitaneria, abbiamo stabilito di collaudare il pontile e fare istanza al demanio di anticipata occupazione. Non è una concessione provvisoria, ma un istituto che consente a noi amministrazione comunale, nelle more di una conferenza di servizi che andrà a sancire quella conformità che oggi non c’è, di occupare e gestire la struttura. Quindi se non c’è l’assenso del demanio chiunque lo occupi lo fa in maniera non autorizzata, e come tale commette un abuso».

Ma il pontile è fisso o amovibile? Dal progetto risulta ancorato alla roccia con perni del diametro di 40 millimetri.

«Mi trovi un pontile amovibile in tutto il golfo di Orosei. Il pontile galleggiante di legno di cui parla la capitaneria non c’è mai stato, non capisco a cosa si riferisca. Ripeto, la conformità del nostro pontile va sancita in sede di conferenza di servizi. A me per ora basta il fatto che l’utilizzo sia stato autorizzato dal demanio. Mi stupisce che ci si accanisca su uno dei rari pontili collaudati, a spese dell’amministrazione, quando le coste sarde sono costellate di pontili abusivi o mai collaudati, e in qualche caso anche porti veri e propri».

Ci sono critiche ai club di prodotto che gestiscono l’accesso al pontile, richiedendo un ticket. Può spiegare cosa sono?

«Sono associazioni di scopo, senza fini di lucro. Istituiti nel 2001, a parte rare esperienze, per esempio in Trentino, sono stati poco utilizzati. Noi ne abbiamo due, il Costa di Baunei e il Supramonte. Il Comune stipula con essi convenzioni per la gestione di determinati servizi. Quanto alle critiche, da noi è venuta persino la Guardia di finanza a verificare i conti e ha trovato tutto in regola. Il Comune introita i proventi dei servizi e poi rimborsa i club per le spese sostenute. I loro compiti vanno dall’interno con l’accoglienza dei visitatori e una serie di servizi nel segno di un uso moderno degli usi civici, dunque anche turistico, sino alle coste con l’accoglienza, l’assistenza alla balneazione, il primo soccorso e la pulizia degli arenili. In tutte le spiagge ci sono operatori reclutati ogni anno su bando pubblico. È tutto trasparente. I bilanci dei club sono pubblici, non c’è opacità».

Chi sceglie il presidente? Lo chiedo perché lei lo è stato per statuto, poi ha dovuto lasciare per le norme sulle partecipate degli enti locali. Ma è sempre il sindaco, cioè lei, a sceglierlo.

«Sì, ma di concerto con l’assemblea e il comitato esecutivo, composto dagli operatori del nostro territorio, ma non solo, perché ne hanno fatto parte imprenditori di Dorgali e Orosei».

Torniamo all’ordinanza, poi revocata come abbiamo visto, di divieto d’accesso «dal mare e da terra» a Cala Mariolu.

«C’è una delibera del 9 luglio della giunta regionale che ha manomesso il Pul, il piano del litorale, concedendo il corridoio in mare agli operatori di Cala Gonone che l’avevano richiesto. Era la prima applicazione della modifica alle linee guida dei Pul che consente ai privati di gestire i corridoi di lancio degli arenili laddove gli enti pubblici non l’abbiano ancora fatto. È evidente che con il collaudo del pontile in corso ho dovuto difendere le ragioni del mio Comune, per questo ho chiuso la spiaggia».

È pur vero che gli operatori di Santa Maria Navarrese hanno fatto la stessa cosa a Cala Luna, chiedendo l’apertura di un campo boe poi negata dalla stessa Regione.

«Ma perché Baunei non ha diritti su Cala Luna? O vogliamo continuare a dire che è di Dorgali? Noi ne abbiamo diritto quanto loro».

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