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Nuoro

Il turismo che non c’è: aperti 5 hotel su 15

di Pietro Rudellat
Il turismo che non c’è: aperti 5 hotel su 15

Budoni, la fotografia allarmante di Gesuino Coi, dg del gruppo Studio vacanze. Hanno perso il lavoro 830 stagionali

30 luglio 2020
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BUDONI. «Non so se aver riaperto, almeno parzialmente, le nostre strutture, in una situazione come quella attuale, sia sinonimo di coraggio o di incoscienza». A sostenerlo è Gesuino Coi, direttore generale della società Studio vacanze di Budoni , di cui è fondatore e presidente Giovanni Sanna, uno dei più importanti imprenditori turistici della Sardegna. Una “flotta” alberghiera imponente con ben 15 strutture disponibili, ma sono solo 5 quelle aperte a luglio. Ancora più allarmante il dato sull’occupazione: fino allo scorso anno i dipendenti stagionali erano circa 1200, oggi sono appena 370.

L’analisi è impietosa. «Oggi, nel raffronto con la passata stagione – aggiunge Gesuino Coi – viaggiamo al 10% delle presenze. Al 31 luglio dello scorso anno avevamo contato ben 280 mila presenze, oggi siamo a circa 30 mila. Nelle nostre strutture abbiamo 2000 camere per oltre 4000 posti letto, nelle cinque strutture aperte abbiamo la disponibilità di 950 camere per meno di 2000 posti letto e non tutti possono essere occupati, nel pieno rispetto delle normative vigenti». «Abbiamo perso l'Europa – spiega meglio Coi – nel senso che, a parte qualche turista francese, lavoriamo soltanto sul mercato italiano. Mancano i turisti provenienti dalla Gran Bretagna e quelli del Nord Europa. Noi abbiamo voluto aprire per garantire comunque una continuità, ma in questa situazione è praticamente impossibile programmare. Fino all’estate scorsa si lavorava con contratti pluriennali, oggi è praticamente impossibile e si deve vivere alla giornata, con tutte le conseguenze che questo comporta. Probabilmente se avessimo deciso di non aprire nessuna struttura avremo corso meno rischi e certamente saremo andati incontro a meno spese». Ma come si vive una situazione così complicata all'interno delle strutture? «Abbiamo un protocollo di sicurezza per ogni struttura alberghiera sulla base di quanto indicato dalle vigenti normative. Inoltre abbiamo un Covid manager, un medico, che coordina e vigila per il rispetto delle normative. C'è poi un comitato di gestione che sovraintende e coordina il tutto. Le strutture sono state tutte adeguate. Nei ristoranti il buffet è assistito, le distanze sociali garantite e l'igienizzazione e la sanificazione costante. Infine, tutto il personale ha partecipato al corso di formazione sullle misure anti Covid».

Il dilemma ricorrente per tutti gli operatori alberghieri è adesso cosa succederà ad agosto. L’incognita è se, come e quanto potrebbe migliorare la situazione. «Noi speriamo di lavorare meglio per recuperare qualcosa. Abbiamo dei segnali positivi, ma dovremo contare esclusivamente sul mercato nazionale. Nelle nostre strutture viene applicato il bonus vacanze: certo – conclude il direttore generale di Studio vacanze – c'è ancora troppa incertezza. La speranza, nostra e credo di tutti quelli che lavorano nel turismo, è che alla fine non ci si faccia troppo male».

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