La Nuova Sardegna

Nuoro

Precari, 80 tagliati dalla “call veloce”

di Valeria Gianoglio
Precari, 80 tagliati dalla “call veloce”

Scuola, la Gilda denuncia: i posti a chi arriva da altre regioni Di Patre: «Non hanno fatto i concorsi. E c’è un caos assurdo» 

02 settembre 2020
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NUORO. Solo tra Nuoro e provincia, resteranno fuori dal giro un’ottantina. Ottanta precari storici, che da tanti anni attendevano la sudata immissione in ruolo dopo tanto impegno, studio e anni di supplenze infinite. Niente da fare: anche quest’anno, per loro, e per altri 320 circa nel resto dell’isola, non ci sarà possibilità di ottenere un posto da insegnante in pianta stabile. Saranno scalzati dai docenti di altre regioni che hanno risposto alla cosiddetta “call veloce”. Ovvero le assunzioni in ruolo per chiamata di un mucchio di insegnanti arrivati da altre regioni. I posti in ruolo che ogni regione non è stata capace di consumare, infatti, vengono offerti a qualsiasi aspirante di altre regioni inserito nelle graduatorie per il reclutamento sul territorio nazionale. I posti vengono assegnati fino a oggi: per il solo Nuorese, dunque, ce ne sono un’ottantina, per le scuole medie e superiori. Chi viene assunto e passa di ruolo con questo sistema, tuttavia, per cinque anni non si potrà spostare, a meno di gravi problemi personali o di famiglia. «E nel Nuorese e nel resto dell’isola, significa, in sostanza, che anziché dare quei posti ai precari storici, li daranno a insegnanti di altre regioni – spiega la vicecoordinatrice nazionale della Gilda, Maria Domenica Di Patre, che da tempo ha sollevato con forza la questione anche a Roma – e il problema nasce dal fatto che anche quest’anno non hanno fatto i concorsi e quindi ci sono tanti posti scoperti che stanno cercando di coprire con la call veloce. Ma la scuola ha bisogno di ben altro. Nelle scuole c’è una situazione disastrosa per le nomine in ruolo, le deroghe e le surroghe, E poi il ministero che, al di là delle promesse, non è in grado di portare avanti questa fase così delicata per le scuole, e calpesta il contratto di lavoro, come per la questione dei corsi di recupero. Per quelle ore, infatti, l’insegnante dovrebbe essere retribuito eccome. Mai, da quando seguo i docenti, ho visto questa emergenza. Abbiamo interrotto le relazioni sindacali, perché al ministero non ascoltano. Daremo battaglia». E sulla questione della “call” veloce, il coordinatore regionale della Gilda, Gianfranco Meloni, rileva che «Oltre la metà dei posti sguarniti e disponibili per assunzioni a tempo indeterminato sono, infatti, posti di sostegno. Da anni rivolgiamo appelli all’ufficio scolastico regionale, alla Regione, alle università sarde, affinché le scuole di specializzazione di Sassari e Cagliari (Tfa) attivino un numero di posti sufficiente a garantire ai laureati sardi l'opportunità di restare nella loro isola e scongiurarne la colonizzazione».

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