La Nuova Sardegna

Nuoro

C’è un’offerta per l’ex Banca d’Italia

di Paolo Merlini
C’è un’offerta per l’ex Banca d’Italia

Un privato offre 638mila euro per il palazzotto in piazza Vittorio Emanuele: il Comune lo aveva pagato tre volte tanto

18 settembre 2020
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NUORO. Dopo anni di tentativi andati a vuoto, il Comune potrebbe finalmente riuscire a disfarsi di un immobile di pregio ma inutilizzato che tenta di vendere da oltre dieci anni. C’è l’offerta di un privato, o più probabilmente un gruppo di privati, per l’ex sede della Banca d’Italia in piazza Vittorio Emanuele, un palazzo storico (risale agli anni Venti del secolo scorso) che si trova però in condizioni di forte degrado e ha necessità di un corposo restauro. L’immobile in un primo tempo è stato messo in vendita a 880mila euro, ma dopo ben quattro vendite andate a vuoto e altrettanti anni il Comune procede con la trattativa privata, dopo che nessuno ha partecipato all’asta con un prezzo fissato a 798mila euro. L’offerta pervenuta adesso all’amministrazione ammonta a 638mila euro. Bocche cucite in municipio sull’acquirente e sulla destinazione dell’immobile che, va ricordato, ha una superficie di ben 1138 metri quadri distribuita su più livelli.

L’avviso dell’offerta compare da ieri sull’albo pretorio del Comune, e dà tempo sino al primo ottobre a eventuali concorrenti per presentare offerte in aumento. Eventualità davvero remota, visto che la vendita si sta sbloccando solo ora dopo uno stallo di diversi anni; ma anche perché lo stato dell’immobile richiederà una somma analoga a quella impegnata per l’acquisto per essere ristrutturato o destinato ad altre finalità rispetto a quelle originarie, appunto uso ufficio: lo stabile infatti si porta dietro, insieme con la sua imponenza, anche muri portanti di grande spessore che potrebbero rendere difficoltoso un utilizzo a fine abitativo (si parla, ma sono solo voci di corridoio in municipio, di un frazionamento in numerose unità, non escluso a fine alberghiero). A questo va aggiunto il fatto che dal 1997 l’edificio ha ricevuto dal ministero dei Beni culturali lo status di immobile di interesse culturale, e come tale è gravato da una serie di vincoli, per il cui superamento sarà necessaria una costante interlocuzione e il nulla osta della soprintendenza. Ostacoli tali da scoraggiare molto possibili acquirenti ma non evidentemente l’imprenditore o gli imprenditori che hanno presentato la proposta d’acquisto versando una cauzione di 40mila euro.

L’ex sede della Banca d’Italia è un palazzotto che si sviluppa su tre piani, ma ha anche un piano sottotetto e uno seminterrato (in realtà quello che è stato il caveau della banca). Il Comune ha deciso di acquisirlo dallo Stato attorno al 2002 (per quali fini resta un mistero), ma l’acquisto è stato formalizzato nel 2006. Il costo? All’epoca si parlò di un milione 800mila euro. Il fatto singolare è che appena cinque anni dopo, nel 2011, con il mutuo contratto per l’acquisto ancora in corso, l’amministrazione comunale ha tentato di rimetterlo in vendita a 887mila euro, cioè alla metà di quanto sborsato. Oggi siamo a un terzo della somma iniziale.

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