La Nuova Sardegna

Nuoro

Inchiesta su una morte sospetta

di Giusy Ferreli
Inchiesta su una morte sospetta

Giallo sui soccorsi e il decesso di un emigrato 65enne positivo al coronavirus e con malattie pregresse

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SEUI. È morto sull’ambulanza del 118 a un centinaio di metri dalla sua abitazione di via Garibaldi mentre i soccorritori cercavano, invano, di rianimarlo. Carlo Lobina, 65enne emigrato di Seui tornato in paese dalla Germania per le vacanze estive e qui rimasto in isolamento domiciliare dopo aver contratto il Covid 19, è deceduto intorno alle 22 di sabato in circostanze drammatiche, circostanze che ora i suoi familiari vogliono chiarire. La salma dell’uomo, positivo al coronavirus, si trova all’ospedale di Lanusei a disposizione della Procura ogliastrina guidata da Biagio Mazzeo, che ha disposto l’apertura di un’inchiesta per ricostruire quanto accaduto nel borgo della Barbagia di Seulo e per accertare eventuali responsabilità su ritardi o omissioni. L’uomo, che soffriva di patologie pregresse, era seguito a casa dallo staff dell’Usca e proprio sabato pomeriggio gli operatori dell’unità speciale si trovano a Seui per sottoporre al tampone i suoi familiari.

Il medico si accorge subito che qualcosa non va. Lobina, che già soffriva di problemi all’apparato respiratorio, respira a fatica: la bassa ossigenazione del sangue induce il medico a comunicare all’Assl di Lanusei la necessità di un ricovero. A quel punto la decisione non può più essere rimandata. Sempre secondo una prima ricostruzione, si decide di trasferirlo con il 118 in un ospedale Covid. In un primo momento, vista anche la vicinanza, si opta per Cagliari. Ma, a quanto pare, nei presidi del capoluogo isolano non c’è posto e quindi si decide per il San Francesco di Nuoro. Dove Lobina non arriverà mai. Le sue condizioni di salute, sino a quel pomeriggio non particolarmente serie, quando dopo qualche ora l’ambulanza del 118 arriva a Seui, si sono parecchio aggravate. È già sera e per i soccorritori è impossibile raggiungere con il mezzo l’abitazione che si trova in una parallela della strada principale del paese, via Roma. Qui, intanto, viene parcheggiato il mezzo del 118.

È allora che Lobina – stando ancora ad una prima ricostruzione dei fatti – si trova ad affrontare, con in mano una valigia e, sotto lo sguardo preoccupato dei familiari, la salita che porta in via Roma. L’emigrato arranca, si accascia sul cofano di una macchina e aspetta che lo soccorrano. Quando viene sistemato sulla barella e portato all’interno del mezzo, sta male. Nel frattempo vicino all’ambulanza si è formata una piccola ressa. Tra i presenti, i familiari e il sindaco Marcello Cannas. Nessuno di loro può sapere quale tragedia si stia consumando nell’abitacolo dell’ambulanza medicalizzata. Che si compie, inesorabile. Questi sono i dettagli drammatici di un racconto, tutto da verificare, attualmente al vaglio dei carabinieri della stazione seuese che, chiamati ad intervenire in via Roma intorno alle 22.20, hanno avviato le indagini coordinati dalla Compagnia di Isili. Diverse persone, nella giornata di ieri, sono state sentite dai militari dell’Arma a sommaria informazione dei fatti. Le loro testimonianze confluiranno nell’indagine avviata dalla magistratura per chiarire i contorni di un episodio che al di là del mero dato di cronaca, e cioè del primo decesso di un positivo al coronavirus in Ogliastra, ha spinto i nipoti dell’emigrato a dare l’incarico ad un legale, l’avvocato Marcello Caddori. «I familiari – dice il legale – vogliono capire cosa sia accaduto in quelle ore al loro congiunto e se quelli che reputano ritardi nell’assistenza potevano essere evitati».

La morte di Carlo Lobina, che tornava spessissimo a Seui per trovare l’anziana madre ormai novantenne, ha lasciato sgomenta l’intera comunità che ha assistito impotente alla sua morte. «In questo momento posso solo esprimere il mio più profondo cordoglio alla famiglia. Alla moglie e ai figli, che si trovano in Germania, anche a nome di tutta l’amministrazione comunale, ho fatto le condoglianze» è l’unica dichiarazione del sindaco Marcello Cannas che proprio in seguito all’affacciarsi del virus nel borgo medievale aveva annullato alcune manifestazioni e inasprito le misure di sicurezza. La tristezza è scesa palpabile sul paese che non solo paga lo scotto della lontananza dai servizi sanitari ma che si dovrà confrontare con questo drammatico fatto. E con i suoi mille interrogativi.

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