Minacciato il fotografo della Nuova Sardegna
Scritta contro Massimo Locci: è comparsa su un muraglione lungo la Bitti-Sologo Tante le reazioni di vicinanza al collega. Condanna unanime per il grave gesto
07 ottobre 2020
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NUORO. Una scritta rossa, anonima come nella peggiore tradizione. Minacce contro Massimo Locci, il fotografo della Nuova Sardegna, sono comparse lungo il muraglione della strada Bitti-Sologo, non lontano dal bivio per il santuario di San Francesco di Lula. Parole davvero poco amichevoli, il suo nome e cognome seguito da ingiurie e una croce in conclusione. Tutto molto chiaro, fin troppo.
Le scritte risalgono a qualche giorno fa, ma soltanto ieri se ne è avuta contezza. Evidentemente ignoto l’autore, che ha scelto un punto bene visibile. I carabinieri hanno avviato le indagini, il nostro collega sarà sentito, come peraltro sempre accade in questi casi.
Il fatto è che Massimo Locci, da 35 anni fotografo e da oltre sei anni al servizio della Nuova Sardegna, è un professionista sempre presente in tutti gli avvenimenti che contano. Soprattutto nella provincia di Nuoro, dove documenta, al fianco dei giornalisti, i fatti che accadono. La sua professionalità è riconosciuta da tutti e apprezzata, come il suo modo di porsi, educato e rispettoso.
Saranno ora gli inquirenti a indagare e stabilire l’autore (o gli autori) di queste minacce. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta, per ora ovviamente contro ignoti. Rimane un’azione ingiustificata e spropositata, che non trova alcuna ragione nell’ambito della civile e democratica convivenza.
Quelle scritte, che nella foto riportata sul giornale sono state volutamente sfumate, saranno cancellate al più presto, azione di cui è stata incaricata la Provincia.
A Massimo Locci sono arrivate tante manifestazioni di solidarietà, tra le quali quelle del Comitato di redazione della Nuova Sardegna, a nome di tutti i colleghi, dell’Ordine dei giornalisti e dell’Associazione della stampa, i cui comunicati pubblichiamo in questa stessa pagina. Una dimostrazione della vicinanza al collega, e del fatto che non sarà lasciato solo ad affrontare questa situazione.(re.nu.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA .
Le scritte risalgono a qualche giorno fa, ma soltanto ieri se ne è avuta contezza. Evidentemente ignoto l’autore, che ha scelto un punto bene visibile. I carabinieri hanno avviato le indagini, il nostro collega sarà sentito, come peraltro sempre accade in questi casi.
Il fatto è che Massimo Locci, da 35 anni fotografo e da oltre sei anni al servizio della Nuova Sardegna, è un professionista sempre presente in tutti gli avvenimenti che contano. Soprattutto nella provincia di Nuoro, dove documenta, al fianco dei giornalisti, i fatti che accadono. La sua professionalità è riconosciuta da tutti e apprezzata, come il suo modo di porsi, educato e rispettoso.
Saranno ora gli inquirenti a indagare e stabilire l’autore (o gli autori) di queste minacce. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta, per ora ovviamente contro ignoti. Rimane un’azione ingiustificata e spropositata, che non trova alcuna ragione nell’ambito della civile e democratica convivenza.
Quelle scritte, che nella foto riportata sul giornale sono state volutamente sfumate, saranno cancellate al più presto, azione di cui è stata incaricata la Provincia.
A Massimo Locci sono arrivate tante manifestazioni di solidarietà, tra le quali quelle del Comitato di redazione della Nuova Sardegna, a nome di tutti i colleghi, dell’Ordine dei giornalisti e dell’Associazione della stampa, i cui comunicati pubblichiamo in questa stessa pagina. Una dimostrazione della vicinanza al collega, e del fatto che non sarà lasciato solo ad affrontare questa situazione.(re.nu.)
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