Pronto soccorso chiuso per Covid
di Simonetta Selloni
Sei pazienti positivi, il 118 invitato a non inviare ambulanze. Cittadini dirottati alle guardie mediche
25 ottobre 2020
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NUORO. Il Pronto soccorso dell’ospedale San Francesco di Nuoro, dalle 21 di venerdì notte, è chiuso perché sei tra i pazienti che si trovavano al suo interno erano positivi al Covid. Le centrali operative del 118, sia per il centro sud che afferisce a Cagliari che quella per l’area centro nord (Sassari), sono state avvisate: vietato inviare pazienti, per l’impossibilità di farli accedere e garantire loro percorsi “puliti” che da tempo non esistono più. La situazione è precipitata perché alle 21 di venerdì il solo medico e i pochi infermieri in servizio, hanno dovuto fronteggiare un’emergenza per la quale la struttura si è dimostrata drammaticamente impreparata. Ai cinque pazienti già accertati positivi al Covid e sistemati nell’ala un tempo dedicata al triage, si è aggiunto un sesto paziente, con sintomi Covid, risultato poi positivo. Senza far riferimento ad altri due codici “rossi”, ossia due persone in gravissime condizioni, ricevute prima (i meno gravi lasciati per ore nel cosiddetto Obi, Osservazione breve intensiva), il reparto è imploso: nella sala ex triage, sei barelle, distanziate, ma con 5 positivi diventati 6 in corso d’opera, un solo monitor, un solo ventilatore polmonare, e un solo infermiere chiuso dentro con loro e senza possibilità di uscire, per precauzione. Fermo restando che se il sospetto Covid dovesse risultare negativo, ha comunque rischiato di contagiarsi restando a contatto con gli altri. E se si possono bloccare le ambulanze, anche grazie alla collaborazione del 118, il difficile sta nel controllare gli accessi dei cittadini. Chi si presenta da sol, salvo rarissime eccezioni, viene dirottato alle guardie mediche.
Il nodo è la gestione dei pazienti Covid, sommata all’attività ordinaria del Pronto soccorso. Di fatto, è come se medici e personale infermieristico si dividessero tra due reparti: l’attività ordinaria e quella derivante dal Covid. Saturo il reparto Malattie infettive al decimo piano, sold out l’ex “sospetti”, attuale “zona grigia” che ora ospita il personale sanitario di Nefrologia dopo la scoperta di 5 positivi tra medici, infermieri e oss, il pasticcio è dove sistemare i sospetti che arrivano e che praticamente si traducono in un amen in positivi certi. Mentre da ieri è bloccato anche il macchinario dei tamponi, che lunedì andrà sottoposto alla manutenzione (i tecnici arrivano dalla penisola e non potranno essere a Nuoro prima di domani).
Al San Francesco sono stati disapplicati i protocolli che, almeno nella prima fase dell’emergenza Covid, avevano garantito percorsi separati tra pazienti positivi e tutti gli altri pazienti che, per altre patologie, arrivano al Pronto soccorso. I pazienti sospetti Covid venivano accolti nel “vecchio” Malattie infettive, al piano zero (oggi zona grigia) e in caso di positività, inviati in reparto. Tutto questo è saltato; la collocazione del reparto Malattie infettive, al decimo piano, costringe il personale ad un su e giù per la “torre” con il risultato che non ci sono più percorsi cosiddetti puliti. Ieri sera si è appreso che è stata disposta l’apertura del terzo piano, dove c’era la Pediatria, per i pazienti Covid.
E per ovviare alla mancata separazione dei percorsi, si procede con una sanificazione stile Ghostbusters. Gli acchiappafantasmi imbracciavano “armi protoniche” per eliminare le cattive presenze, qui un operatore segue il passaggio di una barella armato di bombole dalla quale viene pompato disinfettante.
Non che quanto accaduto venerdì notte sia una sorpresa. Giovedì, il medico che ha coperto – da solo – il turno notturno ha lavorato fino alle 15 del pomeriggio. Uno dei medici è in quarantena. Non c’è traccia dei rinforzi annunciati una settimana dalla direttrice del Distretto Gesuina Cherchi alla quale, con una delibera del commissario straordinario dell’Ats Steri, sono state conferite “le funzione e le competenze per organizzare e gestire le procedure inerenti all’emergenza Covid-19, sia ospedaliera che territoriale, per l’intera Assl di Nuoro”. Mentre li si aspetta, il Pronto soccorso implode.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il nodo è la gestione dei pazienti Covid, sommata all’attività ordinaria del Pronto soccorso. Di fatto, è come se medici e personale infermieristico si dividessero tra due reparti: l’attività ordinaria e quella derivante dal Covid. Saturo il reparto Malattie infettive al decimo piano, sold out l’ex “sospetti”, attuale “zona grigia” che ora ospita il personale sanitario di Nefrologia dopo la scoperta di 5 positivi tra medici, infermieri e oss, il pasticcio è dove sistemare i sospetti che arrivano e che praticamente si traducono in un amen in positivi certi. Mentre da ieri è bloccato anche il macchinario dei tamponi, che lunedì andrà sottoposto alla manutenzione (i tecnici arrivano dalla penisola e non potranno essere a Nuoro prima di domani).
Al San Francesco sono stati disapplicati i protocolli che, almeno nella prima fase dell’emergenza Covid, avevano garantito percorsi separati tra pazienti positivi e tutti gli altri pazienti che, per altre patologie, arrivano al Pronto soccorso. I pazienti sospetti Covid venivano accolti nel “vecchio” Malattie infettive, al piano zero (oggi zona grigia) e in caso di positività, inviati in reparto. Tutto questo è saltato; la collocazione del reparto Malattie infettive, al decimo piano, costringe il personale ad un su e giù per la “torre” con il risultato che non ci sono più percorsi cosiddetti puliti. Ieri sera si è appreso che è stata disposta l’apertura del terzo piano, dove c’era la Pediatria, per i pazienti Covid.
E per ovviare alla mancata separazione dei percorsi, si procede con una sanificazione stile Ghostbusters. Gli acchiappafantasmi imbracciavano “armi protoniche” per eliminare le cattive presenze, qui un operatore segue il passaggio di una barella armato di bombole dalla quale viene pompato disinfettante.
Non che quanto accaduto venerdì notte sia una sorpresa. Giovedì, il medico che ha coperto – da solo – il turno notturno ha lavorato fino alle 15 del pomeriggio. Uno dei medici è in quarantena. Non c’è traccia dei rinforzi annunciati una settimana dalla direttrice del Distretto Gesuina Cherchi alla quale, con una delibera del commissario straordinario dell’Ats Steri, sono state conferite “le funzione e le competenze per organizzare e gestire le procedure inerenti all’emergenza Covid-19, sia ospedaliera che territoriale, per l’intera Assl di Nuoro”. Mentre li si aspetta, il Pronto soccorso implode.
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