La Nuova Sardegna

Nuoro

Personale sanitario: i contagiati a quota 81

di Simonetta Selloni
Personale sanitario: i contagiati a quota 81

Situazione al collasso per la positività di medici, infermieri, oss, tecnici e biologi I reparti con più casi: Nefrologia e Farmacia. Pronto soccorso allo stremo

08 novembre 2020
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NUORO. Se non è l’anticamera del collasso, poco ci manca. All’ospedale San Francesco di Nuoro si registrano 81 casi di Covid tra il personale: medici, infermieri, oss, tecnici, biologi. Il dato è aggiornato a ieri sera. Nella mappa del contagio spicca il caso di Nefrologia e dialisi con dieci contagiati, una situazione che già tre settimane fa, con cinque infetti, aveva condotto alla chiusura del reparto. Non è da meno il caso della Farmacia, con 10 contagi. Malattie infettive segue a ruota, 8 contagiati, quindi: Pronto soccorso, 7, la Pediatria con 6, il Laboratorio analisi con 5 casi. Quattro casi in Anatomia patologica, tre casi in Medicina, Otorino, Chirurgia vascolare, Cardiologia. Due casi registrati in Pneumologia, Oncologia, Centro trasfusionale. Infine, un solo contagiato in Rianimazione, Radiologia, Endoscopia e Neurologia.

In questo quadro è difficile assegnare la maglia alla situazione più complessa. Si potrebbe partire dal Pronto soccorso, dove ogni giorno la tenuta è a rischio se non fosse per la capacità organizzativa del personale. Medici, infermieri e oss che, facendo i salti mortali tra carenze pregresse di personale e assenze dovute al contagio, hanno ricavato dei percorsi “puliti”, separando cioè i pazienti Covid dagli altri che vi si rivolgono per le emergenze.

Ma ogni giorno è come assistere a un copione che si ripete uguale identico al giorno prima: file di ambulanze in attesa di poter entrare all’ospedale, alcune delle quali con pazienti Covid che necessitano di assistenza e di ossigeno. Quelli sospetti vengono sottoposti a tampone veloce, chi è positivo finisce nella “sala barelle” prima di essere inviato in Malattie infettive, al decimo piano, o al piano zero nella zona grigia. Gli altri, pazienti, tampone negativo, vengono inviati verso i reparti appropriati ma passando dalla hall del San Francesco, ossia il cosiddetto percorso “pulito”, all’esterno dell’ospedale. Ma prima del risultato, quella sliding door che li smista, permane il rischio contagio.

È solo un esempio. Ma è il risultato di scelte inspiegabili che hanno fatto sì, ad esempio, che i protocolli avviati nella prima fase dell’emergenza siano stati disapplicati.

Nel mese di marzo, l’Assl aveva compiuto la scelta di individuare nell’area del nuovo reparto di Pediatria, che si affaccia sulla via Einaudi, collegato con la Neuropsichiatria infantile e, allora, con Malattie infettive, l’area Covid. Un’area con 28 posti letto ordinari e 8 posti di rianimazione Covid, con accessi completamente separati rispetto al corpo centrale dell’ospedale. Da giugno tutta quella zona ha perso la destinazione Covid, e da un mese ospita effettivamente la Pediatria, che ha così lasciato il terzo piano, mentre Malattie infettive è stata relegata al decimo piano. Il terzo piano è vuoto: intanto si è realizzato l’ospedale da campo, inaugurato e pronto all’uso ma di fatto una scatola vuota. Come era prevedibile: il San Francesco arranca tra carenze di personale, precedenti all’emergenza sanitaria, alle quali non è mai stato posto rimedio, e assenze dovute al quadro dei contagi appena descritto.

E così, l’ospedale da campo allestito nei parcheggi, un reparto Covid semi intensivo con 20 posti letto, rischia di diventare un nuovo punto interrogativo nella gestione del Coronavirus.

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