La Nuova Sardegna

Nuoro

Casa protetta di via Aosta, 28 contagi

di Simonetta Selloni
Casa protetta di via Aosta, 28 contagi

Sono 19 ospiti e 9 dipendenti. Nei giorni scorsi sono deceduti due anziani. Finora la struttura non aveva registrato casi

13 novembre 2020
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NUORO. Dopo il focolaio nella casa protetta di via Trieste, anche la struttura San Francesco di via Aosta fa i conti con due anziani deceduti, una per complicazioni ma risultata positiva al Covid, e uno che ha cessato di vivere al Pronto soccorso del San Francesco. Non solo: tra ospiti e personale si contano complessivamente 28 persone positive. Di questi, 19 sono ospiti sono accolti nella cosiddetta “casa integrata” dove vengono seguiti 22 anziani, mentre gli altri nove sono dipendenti della struttura. Nessuno degli ospiti e degli operatori della “casa alloggio”, la parte della struttura dove si trovano cinque anziani autosufficienti, è invece risultato positivo.

La situazione è confermata dalla direttrice della casa protetta, Rosanna Serra. «Il 7 abbiamo contattato l’Unità speciale di continuità assistenziale, l’Usca, con la quale c’è un continuo scambio di informazioni, perché la signora, che soffriva di patologie pregresse, aveva avuto un calo pressorio. Le stato fatto un tampone, poi la situazione è peggiorata fino al decesso, avvenuto per arresto cardiocircolatorio. Il mattino dopo la Centrale operativa territoriale ci ha informati della positività del tampone. Domenica mattina quindi, tutti, ospiti e personale, siamo stati sottoposti al tampone dall’Usca». Tutti gli ospiti asintomatici, tranne uno, per il quale due giorni l’aggravarsi della situazione ha richiesto l’intervento del 118, che lo ha portato all’ospedale. «Non c’era una medicalizzata disponibile: noi cerchiamo di far intervenire la medicalizzata perché siamo consapevoli che se gli anziani vengono portati al Pronto soccorso i loro familiari non potranno più seguirli». L’anziano è stato portato al San Frncesco, ma è spirato due giorni dopo.

«Ora tutti i positivi sono asintomatici, tranne tre anziani che fanno l’ossigenoterapia», dice Serra. Che a questo punto solleva un problema serio: «Abbiamo difficoltà a trovare bombole di ossigeno. Il punto è che c’è un rimbalzo tra chi deve prescriverle. In condizioni normali la prescrizione è a cura di uno pneumologo che prima però esegue un emogas. Ora i medici di base non le prescrivono, e stiamo andando avanti con le bombole piccole che hanno le farmacie». Ma le scorte si stanno rapidamente esaurendo; e nessuno vuole pensare a cosa succederà quando finiranno.

«Abbiamo anche il problema del personale, dobbiamo rimpiazzare chi è in malattia», dice la direttrice. Che sottolinea: «Non abbiamo avuto i dati ufficiali dall’Ats o da altri. Non abbiamo avuto comunicazioni, abbiamo appreso del numero dei positivi dalla stampa».

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