La Nuova Sardegna

Nuoro

Aggressione a Lapia, no all’archiviazione

di Simonetta Selloni
Aggressione a Lapia, no all’archiviazione

Il gip respinge la richiesta della Procura, 40enne sarà indagato. La deputata: «Mai arresa, per le donne vittime di violenza»

18 novembre 2020
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NUORO. Non verrà archiviata la posizione di Daniele Imperatore, 40 anni di Nuoro, accusato di aver aggredito, nel dicembre di due anni fa in un supermarket cittadino, la deputata Mara Lapia (M5s). Il giudice delle indagini preliminari del tribunale del capoluogo, Teresa Castagna, ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla procuratrice della Repubblica Patrizia Castaldini, e ha ordinato al pubblico ministero di iscrivere Imperatore nel registro degli indagati con l’accusa di violenza privata.

Lo ha reso noto la stessa deputata Lapia, assistita dagli avvocati Nicola Madia, del foro di Roma, e Basilio Brodu del foro di Nuoro. «Ho appreso dal mio avvocato che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nuoro ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nei confronti del mio aggressore e disposto l’iscrizione nel registro degli indagati per violenza privata. Questa notizia non cancellerà di punto in bianco l’amarezza di questi anni, amarezza acuita dalle accuse, provenienti anche da rappresentanti politici, di aver simulato l’aggressione ma, di certo, stabilisce che la mia ricostruzione su quanto accaduto al supermercato Lidl nel dicembre del 2018 non era infondata», ha detto Mara Lapia dopo aver appreso della decisione del Gip».

La deputata sottolinea di aver sempre avuto fiducia nell’operato della magistratura. «Credo – ha sottolineato – che la giustizia arriverà a stabilire con chiarezza che, in quella sgradevole vicenda, io sono stata la vittima. Sono stata massacrata sui social ma con questa decisione si ristabilisce la validità di un principio fondamentale: i processi si svolgono nelle aule di giustizia. Avrei potuto non oppormi alla richiesta di archiviazione ma – conclude la parlamentare – ho preferito andare avanti per dare un messaggio alle donne vittime di violenza». Forse sarebbe stato più facile: una scelta di stendere un velo sull’accaduto e provare a dimenticare. «È vero, ma io intendo andare avanti perché voglio che la verità emerga. Poi, ripeto, non è che tutto ciò che è stato vada via in un colpo solo. Ancora ora sono bullizzata sui social come colei che finto un’aggressione. Paradossalmente è come se i ruoli si fossero ribaltati». Di fatto, all’indomani dell’episodio, accanto alle dimostrazioni di solidarietà si era mosso un mostruoso attacco finalizzato a delegittimare la posizioni di Mara Lapia. Un mostro parallelo e assurdo, che spesso accompagna le donne che subiscono violenze e vengono sottoposte a una vittimizzazione secondaria. Incredibilmente, il fatto che Mara Lapia fosse una parlamentare aveva accentuato la quantità di offese. Ma la parlamentare, da subito, ha deciso di andare fino in fondo. E ieri la decisione del Gip le ha forse reso più lieve il peso di questa scelta.

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