La Nuova Sardegna

Nuoro

Operativo l’ospedale da campo, primi ricoveri

Operativo l’ospedale da campo, primi ricoveri

A un mese dall’allestimento entra in funzione l’unità Covid allestita nel piazzale del San Francesco

11 dicembre 2020
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NUORO. A un mese dall'allestimento nel piazzale del San Francesco di Nuoro, l'ospedale da campo della Croce Rossa è finalmente operativo con una capienza massima di 20 posti letto Covid. Ieri pomeriggio il trasferimento dei primi tre pazienti. La struttura supporterà l'attività dei reparti del San Francesco già riservati alle cure dei positivi: due terapie intensive e due di degenza ordinaria, più i malati ricoverati al Pronto soccorso. Nell'ospedale da campo presteranno servizio 5 ufficiali medici e 6 infermieri dell'Esercito e dell’Aeronautica più 6 infermieri e 4 operatori sociosanitari della Assl di Nuoro. Si rafforza quindi l'assistenza e si dà ossigeno a medici, infermieri e operatori socio sanitari impegnati nella lotta alla pandemia in un territorio che ha il più alto numero di positivi in rapporto alla popolazione. «L'ospedale da campo è una articolazione dei reparti che curano i pazienti Covid, volta a garantire un maggior numero di posti letto e assistenza diversa a seconda dello stadio della malattia – spiega il direttore generale della Assl Grazia Cattina –. I pazienti che saranno ricoverati arrivano dalla degenza ordinaria a basso livello assistenziale. È una organizzazione complessa ed è prevista una valutazione attenta per definire i bisogni dei pazienti e quindi il setting più appropriato tra quelli che attualmente il San Francesco può assicurare».

Il direttore generale torna sul caso delle ambulanze in coda davanti al San Francesco dei giorni scorsi. «Siamo usciti dall’emergenza – dice Cattina – abbiamo attuato interventi efficaci con l'aumento dei posti letto di degenza ordinaria e terapia intensiva e con la riduzione dei giorni di permanenza dei pazienti in Pronto soccorso. Stiamo proseguendo a rimodulare l'offerta per la degenza dei malati Covid in relazione all'evolversi dell'andamento epidemiologico, fermo restando che dobbiamo continuare ad assicurare assistenza ai pazienti no Covid».

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