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Nuoro

Macomer, in quelle sculture la storia dei sardi

Alessandra Porcu
Macomer, in quelle sculture la storia dei sardi

Inaugurata al Maart la mostra di Carmine Piras. Altre 70 opere abbelliranno le vetrine dei negozi cittadini

20 dicembre 2020
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MACOMER. Il maltempo delle scorse settimane ha rallentato ma non fermato il lavoro degli organizzatori. E così, dopo lo slittamento dell’apertura della mostra prevista per il 1° dicembre, “Terra di Venere” può essere ammirata in tutta la sua bellezza. Le 150 opere dell'artista Carmine Piras sono esposte nella sede Maart presso il Centro intermodale passeggeri di Macomer. C'è di più. Sculture, riproduzioni di guerrieri, bronzi, utensili e ornamenti abbelliranno, fino all'Epifania, 70 vetrine delle attività commerciali cittadine. Corso Umberto, viale Gramsci, via Sardegna e oltre.

Un percorso che, idealmente, si snoderà in tutto il Marghine. Nel Comune di Birori, ad esempio, da qualche giorno troneggia la riproduzione di un nuraghe alta 5 metri. “È stato un anno difficile ma le comunità del territorio”, spiega Cinzia Unali, project manager dell'associazione Badde Salighes 1879, “hanno reagito organizzandosi e valorizzando le relazioni, riscoprendo tradizione e cultura e sostenendo i commercianti. Terra di Venere è la nostra iniziativa più recente, realizzata in collaborazione con Maart e con gli esercenti della zona. Lo scopo è quello di far conoscere e riscoprire la storia millenaria dell'isola”.

Si tratta di un viaggio che parte da lontano. “Esattamente dal paleolitico”, sottolinea Carmine Piras, “Questa esposizione racchiude 54 anni del mio lavoro fatto di studio, di ricerca e del desiderio di raccontare la Sardegna che in un tempo molto lontano è appartenuta ai nuragici. Ogni singola opera, realizzata con tecniche e materiali diversi, narra ciò che è stato”. A fare bella mostra di sé ci sono, tra le altre, le riproduzioni dei guerrieri di Mont'e Prama e della Venere di Macomer, anche a grandezza naturale. Le stesse che sarebbero dovute essere esposte a Berlino e a Cagliari. “Purtroppo”, sottolinea l'artista, “le restrizioni anti Covid non lo hanno permesso, ma non ci ci diamo per vinti e restiamo fiduciosi. Finita la pandemia, speriamo di poterlo fare”. “Terra di Venere è una mostra multisito che si snoda idealmente per 30 km lungo i centri del Marghine. Descrive la storia millenaria della nostra terra”, aggiunge il direttore artistico Marco Benevole. “A mio parere si tratta di un itinerario emozionale e non cronologico capace di unire cultura e negozi di vicinato attraverso un format, già collaudato, che prende il nome di 'percorsi urbani'”. Le opere saranno visibili fino al 7 gennaio prossimo.

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