La Nuova Sardegna

Nuoro

le reazioni sui motivi dell’aggressione 

L’ira delle femministe: assurdo considerare la donna un oggetto

di Mauro Piredda

SINISCOLA. «L'episodio di violenza che è accaduto la settimana scorsa a Siniscola ad opera di alcuni quindicenni nei confronti di un coetaneo, il cui movente pare sia una lite, poi degenerata, per...

20 gennaio 2021
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SINISCOLA. «L'episodio di violenza che è accaduto la settimana scorsa a Siniscola ad opera di alcuni quindicenni nei confronti di un coetaneo, il cui movente pare sia una lite, poi degenerata, per una ragazza, ci lascia esterrefatte». È un mix di incredulità e di sofferenza il sentimento che trasuda dalla presa di posizione del gruppo femminista locale “No una de mancu” circa il pestaggio di qualche giorno fa.

Per il collettivo, attivo da qualche anno nel territorio e promotore di diverse iniziative di sensibilizzazione, «è molto grave che nel 2021 una ragazzina sia considerata oggetto di proprietà da contendere». Dito puntato contro «l’oggettivazione» («uno dei problemi più rilevanti che la società deve affrontare, soprattutto durante l'adolescenza») e le «forme di deumanizzazione».

«Quando percepiamo l’altro come un essere inumano – spiegano le attiviste – non proviamo nei suoi confronti delle reazioni empatiche che renderebbero difficile fargli del male senza provare angoscia o rimorso. Se gli attribuiamo dei tratti inumani, questi sentimenti vengono ridotti o inibiti». Da qui la proposta del gruppo. «Proprio per questo si rende più che mai necessario promuovere campagne di sensibilizzazione indirizzate non solo alle donne, ma anche alle famiglie e ai giovani adolescenti e alla cittadinanza in generale per favorire la presa di coscienza rispetto a questo fenomeno». “No una de mancu” lamenta, in questo contesto, la «latitanza dei servizi socio-culturali» e la «carenza di spazi di aggregazione sociale, di ascolto e presa in carico dei bisogni dei giovani».

«La manifestazione della violenza – aggiungono a tal proposito le femministe siniscolesi – è la sconfitta di una società civile e soprattutto di quanto pesino le carenze e assenze dei servizi socio-culturali di supporto alle famiglie e ai giovani. Le istituzioni locali, soprattutto politico amministrative, dovrebbero riflettere e prendersi delle responsabilità nei confronti dei giovani e delle famiglie e ammettere che, in questo periodo di pandemia da Covid, si è accentuato ulteriormente il disagio socio-culturale nella nostra comunità. Contrastare la violenza – chiude la nota – è possibile con l’offerta di progetti volti ad educare al rispetto della persona e dei diritti delle donne, contrastare gli stereotipi di genere che sono alla base di una visione errata del ruolo di donne e uomini nella società».

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