La Nuova Sardegna

Nuoro

Il decano dei baristi: «Bisogna vigilare sui veri assembramenti»

Il decano dei baristi: «Bisogna vigilare sui veri assembramenti»

NUORO. «No, non è una guerra tra poveri, ma solo la richiesta di far rispettare a tutti, compresi la grande distribuzione e i market, le regole anti contagi. Perché i grandi assembramenti sono lì, e...

15 aprile 2021
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NUORO. «No, non è una guerra tra poveri, ma solo la richiesta di far rispettare a tutti, compresi la grande distribuzione e i market, le regole anti contagi. Perché i grandi assembramenti sono lì, e non dai baristi o piccoli commercianti. E se hanno chiuso noi, che per la stragrande maggioranza abbiamo sempre rispettato le regole, allora è giusto che quantomeno si vigili sul rispetto delle regole anche da loro. Perché prima le rispettano tutti, prima scendono i contagi, e prima riapriamo tutti. Devono contingentare gli ingressi negli alimentare e nella grande distribuzione». Tonino Mura ha un diavolo per capello. Con l’ingresso della Sardegna in zona rossa, come da regolamento, ha allestito un banchetto davanti al suo bar in via Mannironi, e lì, insieme ai suoi collaboratori, serve i clienti che possono usufruire del solo servizio da asporto. «Finora abbiamo venduto 5 caffè e la situazione generale dei miei colleghi non è diversa, purtroppo – dice – per questo dobbiamo difendere il nostro lavoro, perché altrimenti qui non si va avanti». Il decano dei baristi nuoresi, e per oltre 30 anni rappresentante anche di categoria, non ha mai avuto peli sulla lingua, e non li ha nemmeno in questa occasione. «Sindaco e altre autorità preposte alla sicurezza devono vigilare sui veri assembramenti – spiega – perché nei nostri piccoli locali mi devono spiegare che assembramenti ci sono mai stati in questo periodo? Il vero problema è lì, nella grande distribuzione e nei market, non da noi. Da noi, chi ha sbagliato ha pagato, ed è giusto così. Mentre in altri settori non è stato così: per i mega assembramenti, lì, non ha pagato nessuno. Io non chiedo ovviamente di chiudere queste strutture, perché sono un servizio essenziale, ma non va bene che non ci sia una regolamentazione degli ingressi, che non si rispettino le regole, le stesse regole che noi stavamo rispettando e che nonostante questo non ci hanno evitato la chiusura. Se le regole valgono per noi, devono valere per tutti». (v.g.)

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