La Nuova Sardegna

Nuoro

Siniscola ordine di sfratto per l’Avis

di Sergio Secci
Siniscola ordine di sfratto per l’Avis

Il Comune: manca il contratto di affitto. E monta la polemica dell’opposizione

05 maggio 2021
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SINISCOLA. Domenica mattina oltre trenta di donatori si sono presentati all’appuntamento con l’autoemoteca per la donazione di plasma organizzata dalla sezione Avis baroniese ma monta la polemica per l’ordine di sfratto della sede ubicata nel portico di via Roma a poche centinaia di metri dal Comune. L’associazione di volontariato ha ottenuto una trentina di anni orsono la disponibilità dei locali dell’ex ente comunale di assistenza dov’è custodito materiale d’archivio ma secondo il Comune non risulta in essere alcun contratto di affitto o concessione in comodato. Il responsabile di servizio di pianificazione urbanistica del Comune il 20 aprile scorso aveva richiesto giustificazioni sull’utilizzo del bene e il 26 aprile si è proceduto alla presenza del presidente dell’associazione Giampietro Biancu e ad alcuni militari della Guardia di Finanza a una ricognizione dei locali. La volontà del Comune è quindi quella di riprendersi i locali anche perché dice il sindaco Gianluigi Farris «Mesi fa è stato chiesto al responsabile Avis di mettere al corrente il Comune dell’effettivo utilizzo dei locali – spiega il sindaco – Non ricevendone però alcuna risposta. Si è resa quindi necessaria una verifica e si è accertato che lo stabile versa in pessime condizioni con ambienti privi di manutenzione ed energia elettrica». La decisione del Comune ha lasciato di stucco il direttivo del sodalizio di volontariato che da anni organizza le raccolte di plasma e a difendere il diritto dell’Avis a conservare la sede comunale si muovono anche i consiglieri dell’opposizione. Caterina Floris e Antonio Satta di Zente Nova-Ups dicono che «è aberrante che una associazione benefica venga privata della propria sede per non meglio identificate esigenze da parte del Comune. A latere dello sfratto, l’Avis è stata oggetto di un episodio inquietante avvenuto nei primi giorni di aprile con la sede che è stata aperta facendo saltare il nottolino della serranda e lasciando la documentazione sensibile all’interno del locale alla mercè di chiunque».

Il sindaco non ci stà comunque a passare per uno che non vuole confrontarsi: «Ho informato della situazione l’Avis provinciale e regionale che ritengo una delle associazioni meritevoli di lodi per l’importante servizio che svolge ma nel contempo, mi chiedo se è sostenibile non utilizzare al meglio un bene pubblico senza regole e accordi tra le parti».

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